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DELLA PROVINCIA DI TORINO

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ciò più avanti trattando del valico del Monginevro in antichi tempi.

La valle della Dora Riparia funzionante come

chiusa

nella sua parte

inferiore e come

conila

di

sinclinale

nella sua parte superiore, riesce

molto addentro nella massa alpina attraversando quasi completamente

il primo, più interno ed orientale allineamento di elissoidi; chè anzi

si spinge anche maggiormente verso Ovest a mezzo di tre

chiuse

che

conducono naturalmente a due grandi valichi, le due estreme, ad un

ampio bacino la mediana nel quale si presentano incisure e depressioni

acconcie a valichi agevoli. In conseguenza non solo attualmente, ma

puranco nella più remota antichità detta valle funzionò come grande

via di transito tra i due versanti alpini. E sulla traccia di più antiche

vie i romani costrussero una grande strada militare e di commercio

quant’altra mai percorsa e frequentata, adducente a tre distinti valichi

per tre diramazioni.

La via romana penetrava nella valle sulla sinistra del fiume,

Duria

minor,

e raggiungeva sempre sulla sinistra

Segusione

(Susa), la sede

dell’alleato romano Cozio, figlio del re Donno, signore di quelle Alpi

che da lui ebbero il nome di

Code,

poscia del prefetto della

Pro­

vincia Alpium Cottiarum

dopo l’annessione a Roma. Da Susa la via

passata sulla destra della Dora risaliva la stretta gola per giungere

nel bacino attualmente di Oulx, luogo in allora stazione romana sotto

il nome di

Ad fammi Martis.

Risalendo ancora perveniva al bacino di

Scingomago

(Cesana), donde

per la estrema meridionale

chiusa

secondaria si volgeva all’Ovest al

valico dell’attuale Monginevro, il

Mons Matrona

di Ammiano Mar­

cellino,

VAlpis Cottia

della Tavola di Peutinger, il

Mons Genevus,

Geminus, Ianus

del X secolo. A noi non lice ora occuparci troppo dif­

fusamente della parte storica di questi valichi in attività da tempi an­

tichi e tanto meno ingolfarci nella troppo dibattuta questione del pas­

saggio di Annibale; noteremo solo come da alcuni si ritenga essere

stata questa la via di invasione del celebre cartaginese, divergendo poi

le opinioni a riguardo della valle per la quale sarebbe disceso dalle

superate Alpi alle terre dei Taurini.

Secondo alcuni Annibaie avrebbe percorso la valle della Dora Ri­

paria riuscendo ad

Ocelum,

ad

fines terrae Cottii,

che si vuole corrispon­

dere a Drubiaglio, sul confine orientale verso i Taurini delli possedi­

menti di Cozio ed a poca distanza dalla città principale dei Taurini

stessi. La parola

Ocelum

pare indicasse sbocco, gola, apertura di valle

montana, e trovansi tracce numerose di tale vocabolo negli attuali nomi

di

Acceglio, Ossola, Usseglio, Exilles, Usseaux, Ussel, Ussolo,

ecc.

tutti di località in valle alpina. Secondo altri, tra cui il Durandi, Ab-

Barf.tti,

Geologia della prov. di Torino.

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