

versante italiano ed a traverso la catena alpina tra valli e valli dei
due versanti. Le vie militari tracciate dalla superba Roma verso le
Gallie e l’Elvezia ebbero a guida le vie battute dalle prime popolazioni
dell’Europa occidentale partite dall’oriente, dalle turbe galliche inva
denti a più riprese la valle del Po; e ben note e battute dovevano
essere tali vie se aprirono il valico alli eserciti cartaginesi contro la
rivale latina.
Lasciando pure in disparte le masse di popoli in guerra, vogliamo
noi ammettere che lo spartiacque alpino forse in antichi tempi rappre
sentasse linea insuperabile di assoluta divisione tra abitanti dell’uno, e
dell’altro versante alpino? No di certo. Invero le antiche storie ci si
presentano come una discontinua serie di aspre lotte, di vittorie e di
sconfitte, di massacri di intere popolazioni, di violenti spodestamenti,
per ciò solo che questi episodii colpiscono maggiormente ed hanno
maggior peso nella vita dei popoli ; non si tien conto di più o men
lunghi periodi pacifici interposti alle conflagrazioni guerresche, periodi
di pace e tranquillità, che, come nei tempi più recenti, servivano in
allora a rimarginare le ferite che i popoli ricevevano dalle guerre d’allora
forse più feroci ma meno micidiali delle moderne. In questi periodi di
quiete i popoli accudivano allo sfruttamento delle terre, a commerci
modesti, ma pur necessari, colle vicine popolazioni; patti di alleanza,
di amicizia, di reciproca protezione, mutui scambii di prodotti si fa
cevano allora come oggidì, cui tenevano dietro lente e pacifiche fusioni
di popoli e popoli sulle terre di confine tra essi; così noi vediamo che
gli Allobrogi, i Centroni, i Caturigi dall’occidentale versante alpino in
viarono loro rappresentanti che poco alla volta si insediarono senza
lotte e di comune accordo con Segusini, Taurini, Salassi nell’alto delle
valli del Pellice, del Chisone, della Dora Riparia, di Lanzo, dell’Orco
e della Dora Baltea. 11 più efficace utilizzamento delle terre alpine,
queste fusioni di popoli, non avrebbero potuto verificarsi se da lungo
■tempo vie battute non avessero messo in comunicazione i due versanti
alpini. Dacché l ’uomo per la prima volta risalì il fianco orientale della
catena alpina, imperioso sentimento di curiosità, di vaghezza del nuovo,
dell’incognito, lo trasse a valicare le Alpi ed a riconoscerne l’opposto ver
sante e le vie furono fin da quei primissimi tempi. Vie aspre e difficili
di certo, ma che col tempo si migliorarono colla scelta di luoghi meno
impervii, più facilmente accessibili, quando una più ampia conoscenza
dei monti permise la scelta; e si migliorarono ancora sicuramente con
lavori rozzi, primitivi di adattamento, fino a che il passaggio dei romani
eserciti rese necessaria la costruzione di vere strade, di cui pochissimi
resti ora rimangono, colpa più che del dente edace del tempo della in
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PARTE III — GEOLOGIA ECONOMICA