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DELLA. PROVINCIA DI TORINO

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gnolo. 11 Pellice, poi il Pellice-Chisone ne segnano il limite Nord, es­

sendo il loro corso rispondente al solco interposto tra il cono di deie­

zione del Pellice e quello del Chisone.

Viene poi il cono di deiezione del Chisone,

diluvium recente,

per

breve tratto a Sud inciso dal Chisone, che si getta fuori di esso a

raggiungere il Pellice in un alveo esterno al suo cono di deiezione,

come esponemmo or ora. Tra i due coni Pellice e Chisone abbiamo

alla falda montana un triangolo di interposizione ricolmo in gran parte

da lembi di

diluvium antico

formanti i poggi di San Secondo fino a

Bricherasio ; epperò anche qui il cono di deiezione si può dire si arresti

quasi ad un tratto alla falda alpina senza graduato elevarsi in piano

inclinato contro di essa. Il corso del Chisola si può considerare come

limite Nord del cono di deiezione del Chisone allungantesi in punta

fin dirimpetto a Moncalieri.

Viene terzo il cono di deiezione della Dora Riparia ; l ’angolo d’inter­

posizione tra questo ed il precedente risponderebbe allo sbocco delle vai­

lette fra Trana e Frossasco. Di tutto il tratto che si allargava fino al

Chisola non rimane più traccia esterna per ciò che venne eroso e demolito

dal Sangone. Il residuo, eroso esternamente dal Sangone, dal Po e dalla

Stura settentrionale, forma la balza che si prosegue da Beinasco a Torino

sulla sinistra del Sangone e del Po, al R. Parco, a Venaria Reale sulla

destra della Stura settentrionale. Qui il torrente della valle donde pro­

viene il cono,

diluvium recente

, incide il cono stesso nel suo mezzo,

quasi, e forma l’alveo ristretto, profondo e sinuoso da Alpignano a

Torino. Questo cono è eroso sull’ apice di penetrazione nella valle dal­

l ’azione

glaciale

di cui traccia rimane: 1° nel più basso livello alti­

metrico della regione allo sbocco di valle di Susa in confronto della

superiore del cono da Rivoli a Torino avvicinandosi al Po; 2° nelle

colline

moreniche

d’origine

glaciale

che coronano appunto allo sbocco

di valle di Susa il ciglione arcuato della conca di erosione. Il limite

Nord del cono è dato dal corso del Casternone, poi della Ceronda, poi

della Stura settentrionale fino al Po. Questo cono della Dora Riparia

forma quindi nella sua parte residua una piattaforma elevata sulla su-

perfice del cono del Chisone di 15 a 30 metri, leggermente inclinata

da monte a valle, cioè dallo sbocco della valle originaria verso il Po.

Il cono di deiezione,

diluvium antico

, della Stura settentrionale si

eleva grandemente di più dei vicini e specialmente di quello della Dora

Riparia. L’angolo d’interposizione tra esso e quello della Dora Riparia

risponde agli sbocchi delle vailette della Ceronda e del Casternone ;

esso ha come limite Sud il corso precisamente di questi due torrentelli

fusi in un solo. La sua superficie percorsa da numerosi canali e solchi