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Arvier a St-Vincent, Nord Nord Ovest-Sud Sud Est da St-Vincent a

Pont St-Martin : con un dislivello di 967 metri da metri 1287 ed Entrèves

a 320 a Pont St-Martin (alla Dora), ciò che darebbe una pendenza media

dell’ 1, 2 p. % .

Nulla di più maestoso, di più grandiosamente bello nella sua rego­

larità e nel contrasto dei due versanti di quel gran solco ove ha ori­

gine la storica Dora Baltea, la

Duria major.

Da un lato l’enorme mu­

raglia di 30 chilometri di sviluppo della catena del M. Bianco cadente

quasi a picco sulla vai Ferret e sulla vai Yeni ; pareti grigiastre sa­

lenti per centinaia e centinaia di metri, insuperabili ; costiere irte di

denti formidabili, di inaccessibili guglie ; burroni di indescrivibile e ma­

gnifica orridezza nelle squarciature profonde della salda massa proto-

ginica: ghiacciai costretti in forre nereggianti cui guardano dall’alto

le monolitiche vette immerse in un oceano di luce : da vallee salenti,

ramificantisi, masse enormi di ghiaccio si slanciano all’assalto degli

estremi cacumi, delle costiere aeree, e vincono, ed i giganti di pietre

incorniciano di splendidi e scintillanti paludamenti, e ne ingemmano

le fronti di abbaglianti diademi. Non voce di uomo, non belato o mug­

gito di armento; il silenzio sublime; sola voce quella tonante delle

valanghe, od ululante, . scoppiante dalla bufèra. Ilare striscie erbose

sulle inospiti rupi. Soli viventi il camoscio, lo stambecco, l’aquila. Dal­

l’altro montagne di modesta elevazione o larghi dossi erbosi, ricchi di

pascoli, percorsi da mandre ed armenti, animati da casolari. Dal colle

Ferret fronteggiano la massa del M. Bianco, le alture di Angromettes

(m. 2881), Grand Golliaz (m. 3238), Mont Tapié (m. 3006), Mont

Tcharfière (m. 2827) coi pascoli di Bellecombe, Pré de Bar, Sagivan ;

quelle di Arteneva (m. 3077), della Grande Bochère (m. 3326) coi pa­

scoli di Gioué, Tremaille, Sécheron, Léchire, Armina; quelle della Ber-

nàda (m. 2334) e del Mont de la Saxe. Sul fondo ghiadi si alternano

con pascoli e dal Nord Ovest giungono tumultuosi torrenti e ghiacciai

portanti a valle le loro grige morene.

Dalle falde della catena del M. Bianco potenti sorgenti zampillano

a Pra Sec e Majen.

La minacciosa montagna a destra invia talora rovine e frane, causa

di disastri, quali si ricordano in documenti dei secoli passati. Sul ver­

sante destro si notano i ghiacciai del M. Dolent, di Triolet, di Fré-

bouzié, di Planpansière e molti altri minori che si annidano nelle an-

frattuosità della catena. Sul versante sinistro non abbiamo che scarsi

ammassi nevosi persistenti in basso della Grande Eochère.

Nella vai Veni più ampii sono i ghiacciai della catena del M. Bianco

quelli di Fréty, della Bremva, di Fresnay, del Brouillard, del Miage,

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PARTE I — DESCRIZIONE TOPOGRAFICA