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IA CI I FHRA/ H *NI DM V A N S I M I DFI.I A MARCIA S I ’ ROMA

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sionò i timidi, gli incerti, e molte anime in ptna,

che destò l’ ironia beffarda dei critici di pro­

fessione e dei rivoluzionali da burla, è oggi nella

sua fase piena ed integrale. Tutti, o signori, han­

no ormai preso atto che la Marcia su Roma

fu ed è una vera e propria Rivoluzione, non

esaurita con la presa di possesso del potere, ma

che prosegue, senza mai indietreggiare, in ogni

atto dei Governo e del Partito Fascista.

Rivoluzione che se nell’ottobre ’22 si po­

teva solo negativamente giustificare per la ces-

difesa della razza alla educazione del popolo,

dalla economia e dalla finanza all’amministra­

zione ed ai servizi pubblici, dalle forze armate

in terra, nei cieli e sui mari, alla preparazione

fisica e spirituale di quelli che saranno i fu­

turi difensori e continuatori dell’Italia Fascista;

dall’agricoltura alle piccole e grandi indi strie,

dai commerci ai traffici nazionali ed internazio­

nali su tutte le vie del mondo, sulle quali or­

mai — contro ogni denigrazione ed ogni dif­

fidenza — l’Italia è rispettata ed affermata.

salone del disordine che avviliva l’ Italia, pos­

siamo oggi positivamente esaltare come creatrice

di un ordine nuovo, di una nuova coscienza,

di uno spirito di solidarietà nazionale e sociale,

che fa di questo nostro popolo meraviglioso un

solo cuore, una sola volontà, un solo braccio,

pronti a palpitare ed a agire ai comandamenti

del Capo.

« Il messaggio che il Duce lanciò al popolo

italiano nel IV annuale della Marcia su Roma,

e gli ultimi Fogli d’Ordini del Partito riassu­

mono le opere — vera fatica ciclopica — com­

piute dal Regime nei suoi primi cinque anni.

<

Non si tratta di opere parziali o locali, ma

totalitarie e nazionali, non in questo od in quel

campo, ma in tutti i campi nessuno escluso, dalla

« Dall’imbelle neutralità liberale, estranea per

definizione ad ogni contesa del lavoro, siamo

passati allo Stato corporativo, sul cui portale,

o Torinesi, è incisa la Carta del lavoro!

Tutti i popoli civili osservano questo no­

stro sindacalismo, che non è antinazionale ed

anarchico, brutale e selvaggio, ma che, orga-

nizzando tutti i ceti e tutte le categorie pro­

duttive, pone su ogni interesse particolare e

classista lo Stato forte e sovrano, vivente, ani­

mato e dominatore, come vivente e animata è

la Nazione, famiglia sola di cui tutti facciamo

parte.

« £ il Fascismo estende la sua opera pro­

fonda e rinnovatrice non solamente fra gli uo­

mini adulti, ma coi Fasci femminili, i Balilla,