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Il centenario della Cassa

di Risparmio

Le origini della Cassa di Risparmio di Torino

La Cassa di Risparmio di Torino, che conta

cento anni di vita, raccoglie oggi 1.406.860.000

di lire di depositi, apportati da 507.000 de-

positanti sparsi in centoventisette succursali. Il

suo fondo di riserva ha raggiunto i 100 mi­

lioni. Come tale rappresenta il primo istituto di

credito del Piemonte ed estende la benefica

opera sua anche fuori dei confini della regione.

Quanto essa valga, qual parte abbia nella

presente economia del Paese è stato messo in

evidenza nei discorsi commemorativi, in tutti i

fogli quotidiani e nelle riviste nei giorni di ce­

lebrazione del primo centenario, nè sarebbe il

caso di insistere su questo tema.

Interesserà piuttosto ricordare attraverso a

quali difficoltà la Cassa di Risparmio di Torino

sia sorta, si sia consolidata e sia giunta a così

mirabile sviluppo. E sarà per tutti i piemon­

tesi ragione di compiacimento e di orgoglio,

perchè se moltissimo valse il senno e la pru­

dente audacia degli uomini preclari che l'am­

ministrarono, non minore influsso ebbe l’am­

biente da cui quelle egregie persone provennero

e nel quale maturarono i suoi destini.

Le vicende della Cassa di Risparmio di To­

rino sono quindi specchio fedele della nostra

ferrea tempra piemontese, che lasciò nella sto­

ria politica, come in quella economica e diplo­

matica, pagine mirabili di gloria e di ammaestra­

mento.

È noto attraverso a quali enormi difficoltà

abbia potuto sorgere e svilupparsi il credito e

il risparmio in Piemonte nell’avvento dell’eco­

nomia moderna.

Ma, a chi rifletta alle inaudite tempeste che

si rovesciarono sulle nostre campagne in quasi

due secoli di guerre senza quartiere, calpestate

ora da spagnoli, ora da francesi, quando pure

le guerre civili non le rovinarono maggiormente,

apparirà ammirabile e quasi miracoloso che si

sia conservata, con la fiera indipendenza, tanta

nobiltà di spiriti e tanta fede nell’avvenire della

Patria.

Vero è che, nelle brevi parentesi delle lun­

ghe lotte, i Principi di Casa Savoia, altrettanto

gelosi dell’onore della loro stirpe, quanto del

benessere della loro popolazione, avevano cer­

cato di sanare le ferite ed assicurare un fat­

tivo risveglio dell'economia. La storia ricorderà

sempre ad ugual titolo d’onore le gesta guer­

resche e le opere di pace di Emanuele Fili­

berto, di Vittorio Amedeo IH, ma lo sforzo

costante, quasi ininterrotto, per circa centocin-

quant'anni, aveva alla fine prodotto un tal col­

lasso degli animi, che, alla vigilia della Rivo­

luzione francese, le cose erano andate precipi­

tando.

Già nei primi anni dei regno di Vittorio

Amedeo IH si videro gli effetti della sua vita

dispendiosa e del licenziamento brusco dei saggi