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11. C.FNTFNARIO DFI.I A CASSA 01 RISPARMIO
Marchese Alfieri di Sostegno
Primo Prendente della Cassa di Risparmio
perchè nel manifesto se ne faccia cenno, quanto
perchè nel discutersi, in seno alle Congregazioni
e al Consiglio Generale e alla Ragioneria del
Comune, il progetto Balbo, venne fuori l’idea di
fondare una “ Cassa dei risparmi".
Ed infatti nel 1797 , il conte Provana del
Sabbione, presentava una memoria ch’io ebbi la
fortunata ventura di scoprire fra le carte dell'Ar
chivio municipale, nella quale manifestava l’in
tenzione di aprire una Cassa dei risparmi, di
cui aveva già dato idea in una memoria pre
sentata alla Giunta e da quella graziosamente
approvata e registrata.
L ’occupazione francese dopo l’infausta fuga
di Carlo Emanuele IV e la bancarotta mone
taria che ne segui, non permisero che il seme
portasse i suoi frutti. Ma subito dopo la R e
staurazione il Conte Prospero Balbo, allora
Maestro di ragione, otteneva di richiamare in
vita, il 1° Settembre 1816 , la “ Cassa de’ Censi
e Prestiti ” opportunamente perfezionandone lo
statuto e comprendendovi anche la facoltà di
“ ricevere piccole somme da restituirsi quando
che sia, con li proventi a moltiplico” .
Il Balbo, che di tutto il movimento a favore
della raccolta dei risparmi si era attentamente
occupato fin dalla fine del secolo XV III, quando,
come Presidente dell'Accademia delle Scienze
aveva dovuto riassumere e confutare le molte
risposte a un concorso indetto dal barone della
Turbìa sulla “ migliore assistenza da concedersi
agli operai disoccupati ” avrebbe voluto, accanto
alla ristabilita “ Cassa de’ Censi e Prestiti” isti
tuire una vera “ Cassa di Risparmio”. A tal
uopo egli aveva anzi preparato un progetto di
statuto di diciannove articoli che ho esumato
dalle carte dell'archivio municipale. Ma i tempi
e gli uomini non erano ancora maturi, onde no
nostante le premure del Balbo e il movimento
d'idee agitate dal conte Provana e dal mar
chese d'Azeglio, nulla si fece finché l’esempio
del Lombardo-Veneto e la cresciuta necessità
di provvedere alle previdenza delle classi meno
abbienti, non spinse il 4 luglio 1 8 2 7 , a dar
vita ad una “ Cassa di Risparmi” come ap
plicazione del paragrafo 4 “ dell'articolo I 3 del
manifesto 1° Settembre 1 916 .
* * *
Sorse quindi la Cassa in un ambiente impo
verito dalle crisi economiche e turbato profon
damente dalla bancarotta monetaria che s'era
dichiarata in tutta la sua paurosa realtà durante
la Rivoluzione francese. Non quindi come isti
tuto di credito ma come istituto di previdenza
e di beneficenza “ destinato a raccogliere il te
nue risparmio dei giornalieri guadagni” delle
classi meno abbienti. L'aderenza della Cassa
alla tesoreria municipale era, per i buoni tori
nesi fiduciosi neH’illibata correttezza e nel pa
terno interesse dei Decurioni, elemento di ga
ranzia e di tranquillità, che avrebbe dovuto as
sicurare al nuovo istituto il miglior successo.
Se non che questo, connubio della Cassa di
Risparmio con la Tesoreria municipale, a poco
servì nei primi tempi, perchè le condizioni delle
classi lavoratrici eran così misere da non lasciar
margine ai risparmi, e divenne poi serio impe
dimento al suo sviluppo quando, per il saggio
governo di Carlo Alberto la ricchezza si ac
crebbe e l’accumulazione dei risparmi segnò un
progressivo, confortante miglioramento.
A l 31 Dicembre 1 8 3 6 , dopo IO anni
dalla fondazione, i depositi erano appena di
L. 6 2 .3% , 13 e dei 7 5 0 depositanti appena
121 erano operai.