

LA STAMPA PERIODICA AL TEMPO DI CARLO
solenne rimprovero per due articoli (30 settembre
e 7 ottobre), di cui uno,
I teatri,
scritto dal casalese
Pietro Corelli, parve «lesivo della nobile Società del
teatro di Casale », accusata di tener chiuso il teatro
stesso per avarizia; l’altro, che era un
Necrologio di
un avaro,
scritto da certo Paolo Isnardi, fu ritenuto
«sommamente ingiurioso al cav. Visconti testé colà
defunto, non che alla sua famiglia ed eredi ». Tratta-
vasi del cav. D. Giovanni Visconti Prasca, luogote
nente colonnello, descritto come avaro e libertino. La
cosa parve non dover avere altre conseguenze, ma,
pochi giorni dopo (21 ottobre), un altro articolo, fir
mato Luigi Taracchia di Milano, tornò a punzec
chiare i Visconti, onde il Re diede ordine che la
Gazzetta
fosse, come fu, immediatamente sop
pressa (19).
Accanto ai giornali non permessi o subito sop
pressi si trovano, in non minor numero, quelli che,
permessi, non comparvero mai o, appena comparsi,
sparirono volontariamente. Giova ricordare, per il
solo Piemonte,
Il trovatore
dell’aw. Francesco Gu
glielmo di Montalenghi (Ivrea);
La farfalla
di Carlo
Giuseppe Tallone, «giovine di buoni costumi e di
molta capacità melle lettere »(20); il
Prospetto del
commercio nazionale ed estero
di Agostino Fox della
casa Sella e il
Giornale ecclesiastico
del can. Giuseppe
Morini di Alessandria (21); un
Repertorio commer
ciale
e un
Bollettino delle Assicurazioni
(22);
YAr-
monia
di Giuseppe M. Caragnino, il quale poi «non
ne coltivò più il pensiero »(23);
VAntologia di Torino,
che non uscì mai perché «se i signori Redattori (così
il tip. Giacinto Marietti) non diedero bastanti arti
coli per riempire il primo fascicolo, molto meno vi
é da sperare che lo faranno pei susseguenti »(24);
l'
Idiota
del forlinese Cesare Pezza, di cui uscì una
sola dispensa nel 1841 (25); la
Collezione periodica di
osservazioni pratiche sulla medicina e chirurgia vete
rinaria
dei professori Papa e Mangosio (26);
Il Rapso
dista, prosi-poetico italiano e francese
di Vincenzo
Andrea Peyron (27);
L ’Osservatore teatrale
di Gio
vanni Ignazio Cagnoli (28);
L’Archivio di giurispru
denza amministrativa
(29);
Il buon genio delle famiglie
di Candido Meinardi, che pensò di associare la for
ti)
Bibliografia storica degli Stati della Monarchia di
Savoia.
Tarino, Bocca, 1884-1913, voli. 9 (il io* di pros
sima pubblicazione a caia di Mario Zocchi);
Aneddoti docu
mentati della Censura in Piemonte dalla Restauraiione alla
Costituitone,
in
BM . di storia ita!, recente,
Torino, Bocca,
1897. Ved. anche: N.
B e r n a r d in i,
Guida della stampa perio
dica italiana,
Lecce, Tip. ed. salentina. 1890.
(2) Ove ■“ «■I" altra indicazione s’intende che i docu
menti sono tratti dal R. Arcb. di Stato di Torino,
Gabinetto
di PoHsia, Giornali e scritti periodici.
Musi 3.
Da questa
medesima fonte già attinsero
A.
1
4rao
per nn
breve
articolo
sol Drofctio
(Carlo Aborto e Massimi,
Tarino. Bocca. 1923.
p.
119)
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V. Cantaro
di Montesemolo per ano stadio
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Rieorgim. UaL,
19*7, p. 374).
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muudo
ALBERTO
tuna del suo periodico a quella di un
elegante
«
nices-
saire
»da lui inventato per istruire «col diletto e col
meraviglioso per via di varie combinazioni mecca
niche ed ottiche »(30);
L’Eco subalpino, giornale d'arti
manifatturiere e meccaniche
del tip. Masperofài);
l’
Indicatore con avvisi diversi
di Luigi Camoletti di
Novara (32) ; la
Galleria contemporanea
del tipografo
Botta (33) ; il
Giornale di giurisprudenza del Senato
di Casale
(34) ; il
Giornale di scienze e lettere
del teo
logo Giusto Benigno Cerrutti di Cuneo (35).
Vita alquanto più lunga ebbero il
Cabinet litté-
raire
di Luigi Adriano Toumu di Lione (36), l’
Em
porio di utili cognizioni
di Giuseppe Pomba (37),
il
Propagatore religioso
di G. B. Paravia (38),
Il Ca
priccioso
di Antonio Maria Robiola (Arnolfo Cesa-
riani) (39),
VAnnotatore piemontese
del sac. Michele
Ponza (40), il
Giornale di giurisprudenza commerciale
di Ambrogio Amistà (41); ai quali bisognerebbe ora
far seguire i periodici letterari e scientifici che conti
nuarono le loro pubblicazioni per tutto il regno di
Carlo Alberto, come fu del
Messaggiere
del Brofferio,
o almeno ebbero carattere di continuità e, comunque,
una certa rinomanza anche fuori del Piemonte. Ma
quest’elenco è ormai sin troppo lungo! Fu detto
qualche volta dagli storici forestieri del Risorgimento,
e fu ripetuto purtroppo anche dai nostri, che il Pie
monte, malgrado l’opera distruggitrice e fecondatrice
della rivoluzione, era ancora un arretrato paese di
soldati e di ecclesiastici quando lo portò alla testa
del moto nazionale l'abilità di uno statista senza
scrupoli, mezzo ginevrino e mezzo francese od inglese.
La storia non conosce simili bacchette magiche!
Questa nostra vecchia terra sabauda, dond’era par
tita la voce profetica di Vittorio Alfieri, ebbe invece,
nel secolo XIX, una solida cultura, non propriamente
letteraria, sia pure, ma storica, giuridica, economica,
soprattutto compenetrata dell’idea dello Stato. Di
siffatta caratteristica vita spirituale e intellettuale,
che produsse insieme gli slanci di carità di Giuseppe
Cottolengo, l’apostolato di Vincenzo Gioberti e il
genio politico di Camillo Cavour, la stampa perio
dica è documento anch’essa, modesto, ma, come fu
già detto, non trascurabile.
F. LEMMI
Cordero di Montezemolo. Il permesso fa dato il 27 gennaio
1836 e ritirato nel febbraio 1840, essendosi il Montesemolo
trasferito a Firenze.
(3)
R.
A rci,
d i S t a t o d i
Tonino.
Carte politiche diverse.
N. 21.
(4)
Ibidem.
(5)
Memorandum storico politico,
Torino. Speinud e
Tortone. 1831, libro XI. par. 13.
(6) Di
qoeato periodico, diretto da
Lanoso
Valerio,
già
mi
occupai nella
Rassegna nazionale
(aprile
19*4)-
La
Let
ture popolari
si pubblicarono, a Torino, dal
gmnstn 1837
al mano
1841;
la
Lemure di famiglia
dal
g iw in 1841
al
- I T » 1847.
quando furono soppresse par ordine del Re.
(7)
Nate tarde e ricordi.
Tarino.
Bocca.
1868,
p.
28.
(8) P. S a la ta .
Carte Aborto inedite,
MBsan, Mondadori.
*93*. PP- 390-406.