

IL MI STERO D U N A BATTAGLIA DECISIVA
Regno d ’Italia, e per tali vie che non sarà levata
asta o percosso scudo contro lui, nè danno fatto a
niuno de’ suoi?
Tosto condotto dal Re, che già volgeva l’animo
a desistere dall’impresa, ne ha promessa di qualunque
cosa richiederà dopo la vittoria. S ’avvia quindi, Carlo,
dopo aver fatto dar delle trombe e radunata l’oste,
al sèguito del giullare: « Il quale, lasciato ogni cam
mino, guidavali per certo ciglione d ’un monte che
ancora a ’ nostri dì, dice il cronachista, si chiama
Via dei Franchi.
D’onde, scendendo, vennero nella
pianura d ’un vico che si chiama Gavense, ed ivi
adunandosi si posero in battaglia contro a Desiderio;
il quale, aspettandoli a fronte, e vedendoseli alle
spalle, montato a cavallo si fuggì a Pavia ».
Con queste diverse leggende alteranti o adom
branti la storia, resta difficilissimo discernere il vero,
siccome ha osservato il Villari, che, sul fatto certo
tra Franchi e Longobardi essere corsa una battaglia,
stata vinta dai primi senza che se ne conoscano i
particolari, ebbe a rilevare: «Sembra che mentre re
Carlo combatteva di fronte i Longobardi, l’esercito
comandato da Bernardo, avanzatosi rapidamente per
una via poco conosciuta, li prendesse alle spalle,
ponendoli così in fuga precipitosa ».
Ma, anche con questa plausibile spiegazione, la
battaglia delle Chiuse resta sempre involta nel mi
stero d ’una catastrofe enorme per le conseguenze a
noi tanto funeste.
« Di questo gran successo — dirà ancora Balbo —
onde venne la mutazione d ’Italia, anzi poi il nuovo
andamento di tutti gli affari d ’Europa per molti
secoli, tanto e non più ci è narrato dagli storici de’
Papi e da quelli di Carlo ». Tra costoro,
in primis,
Eginardo per l’uno, e per gli altri il citato Anastasio.
* * *
Avvenimenti di tal fatta culminano sempre in
una battaglia, che per essere risolutiva e decisiva,
dando luogo a un nuovo assetto politico, imprime
di sè il decorso storico d ’un periodo più o meno pro
fondo, più o meno vasto: periodo, a sua volta, da
conchiudere con una battaglia suprema, in antitesi
alle condizioni state create dalla precedente.
Ora, simile termine antitetico alla leggendaria
misteriosa battaglia delle Chiuse, riteniamo sia da
riconoscersi nella grande giornata campale di Vittorio
Veneto, non solo per conclusione del secolare tra
vaglio ricostrutti'o dell'unità nazionale perduta da
oltre un millennio, ma soprattutto perchè punto
iniziale d ’un nuovo indirizzo civile e politico nostro,
ma anche d'Europa .e del mondo, come necessaria
conseguenza della guerra da noi vinta.
E per noi, Vittorio Veneto resta, nonostante le
subite deformazioni e interessate svalutazioni di ex
alleati e di vinti e persino di neutri, l’avvenimento
decisivo della conflagrazione europea: avvenimento
fondamentale per la storia del mondo, però che
assicurando per un altro millennio la compagine
nazionale italiana consacra la nostra nuova funzione
civile tra le genti, già in atto di sviluppo col Fa
scismo.
MARCUS I)E RUBRIS
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