

ONORATO D ’ URFÉ
e silente nella vicina Villafranca, dove si sarebbe
sen7.a fallo incontrato con un suo fratello. Il Pira
obbietta che questo fratello fosse Giacomo d’Urfé.
Estenuato ed esausto non potè Onorato d’Urfé in
traprendere il breve viaggio a cavallo. Lo dovette
invece compiere in carrozza, tirata dai suoi stessi
destrieri. Arrivato a Villafranca si sentì improvvisa
mente venir meno così che richiese l’immediata assi
stenza del notaio per la compilazione del suo testa
mento. Spirò la sua bell’anima a Dio nel giugno
del 1625.
Oneglia sabauda, onorando Onorato d’Urfé, si
riallaccia alla sua secolare tradizione di
civitas fide-
lissima
alla Casa di Savoja, ben sapendo a mente
che i re di Sardegna insieme e d ’Italia hanno, tra i
loro nobiliari predicati, l ’attributo spiccatissimo di
principi di Oneglia.
Rievocando lo spirito del d ’Urfé, essa, la città
fedelissima, fa onore alla virtù della riconoscenza.
Sotto le insegne sabaude Onorato d’Urfé ha com
battuto in difesa degli onegliesi contro gli spagnoli.
Egli mise a repentaglio la sua esistenza per la salvezza
delle vite altrui tra compagni camerati e commili
toni fidatissimi. Combattè cogli onegliesi per la co
mune riscossa abbracciandone la causa preclara. Egli
ha scritto una fulgida pagina di eroismo ed è dav
vero da encomiarsi Vittorio Zan, che si è fatto ini
ziatore di tale utilissimo esemplare ricordo. Oneglia
sabauda, esumata in un bel libro di Ludovico Gior
dano, trova nel d ’Urfé un perfettissimo personaggio
dei suoi riscontri storici. È un dovere dei posteri
eternare all’attenzione della collettività avvenire le
gesta memorabili dei trapassati benemeriti. Onorato
d’Urfé ha in Oneglia pensato e scritto. Dopo le
fatiche tremende della bellica giornata si sarà un
po’ assorto, nel silenzio, raccolto ed austero, della
sua onegliese residenza, tra le pareti evocatrici della
sua casa appartata, nell’ispirazione del suo lette
rario capolavoro
YAstrée,
correggendo limando to
gliendo ampliando aggiungendo. Richiamarlo alla
vita è un omaggio che si rende alla sua ispirata per
sonalità di soldato e di poeta. Egli, marchese e barone
di Chateaumorand, Collare della SS. Annunziata,
fratello di un grande scudiero di Casa Savoja, figlio
di una principessa del sangue, ha concesso la sua
mente alla letteratura ed ha donato il suo braccio
alla sabauda difesa della memore Oneglia.
S’inchina commossa la novella Imperia, che tutte
assorbe in sè e per sè le gemine glorie delle due città,
oggi sorelle, Oneglia e Portomaurizio, congiunte
insieme, e plaude con entusiasmo incondizionato
all’avvento propiziatorio.
Pregato dettai, dopo avere vagliate saggiamente
le fonti più attendibili delle notizie biografiche, le
poche parole che compongono l’epigrafe della targa:
— In questa casa — abitò — il nobile cavaliere di
Malta — Onorato d ’Urfé — che — condottiero intre
pido — agli ordini del duca di Savoja — Carlo Ema
nuele il Grande — a fianco degli onegliesi — difese
strenuamente la città — contro la spagnola invasione
— nato a Marsiglia nel 1567 — morto nel giugno
del 1625 — a Villafranca Marittima — fu poeta —
che — trovò ispirazioni ai suoi carmi — nella pia
nura del Forez — in Loira — dov’ebbe dimora. —
Gli ammiratori q. m. p. l ’anno 1933-XI.
L ’ombra possente di Carlo Emanuele I si profila,
nettissima, sopra la nobile personalità di Onorato
d ’Urfé, poliedrica ancora, e sempre, maliosa e ma
liarda, nelle sue magnanime tendenze ed aspirazioni
regali, a prò delle indissolubili fortune di Casa Savoja
insieme e dell’Italia immortale.
NINO D’ALTHAN