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ONORATO D'VRFt -

$•«•!(• Danc d'I'Hé

Da un dinrfno originale della collezione Couravod

IHifafi'oIrta Nazionale -

Parigi)

rini, ebbero alla sua corte segnalati favori e deferen­

tissimo accoglienze.

Onorato d’Urfé nacque a Marsiglia nel 1567,

l’u febbraio, da una nobile famiglia di Sassonia,

scacciata dalla patria per ordine dell’imperatore Fe­

derico Barbarossa. Onorato, figlio di Renata di Sa-

voja e di Giacomo d ’Urfé, era il terzo maschio su

cinque fratelli e sei sorelle, componenti la loro pro­

genie. Fu messo ben presto in un collegio di gesuiti

ed inviato nell’isola di Malta, donde esci cavaliere

dopo dodici anni. In quell’anno andò nel Forez

soggiornandovi poche settimane, bastevoli ed atte

all’intreccio d’un idillio d’amore colla bella e ricca

castellana, ch’egli chiamò Diana e che apparteneva

alla famiglia dei Le Long de Chenilhac. Figlio cadetto

dovette rinunciare a quell’unione coniugale, che con­

cretò invece il di lui fratello maggiore. Onorato

d'Urfé non si sentiva affatto incline, malgrado ciò,

alla vita monastica, e, dopo aver passato un po’ di

tempo tra i cappuccini di Haute Combe nella Savoja,

fu ammesso nelle annate del principe di Piemonte,

il quale teneva un’importante guarnigione di truppe

addestratissime sempre agli avamposti contro l'orda

spagnola sulle rive suggestive del poetico Tanaro,

non lungi da Alba. Primeggiava assai su quella guar­

nigione l’acciaiata compagnia del d ’Urfé. Sulle sponde

silenti, di quella bramosa riviera, che a lui forse rie­

vocavano quelle rassomigliantissime del sospiroso

Lignon, compose a verso a verso il suo letterario

capolavoro

VAstrée.

Se proprio non lo compose tutto per intero lo

compose certo in grandissima parte. Altre odi a lui

ispirarono quei luoghi e quei siti ma quelle odi non

furono mai pubblicate. Inviato il d ’Urfé coi suoi sol­

dati nella parte della Valtellina, occupata dagli spa­

gnoli, al nord del lago di Como, egli vi eccelse dapper­

tutto. Effettuata e compiuta la spedizione, approfittò

della tregua, intercorsa tra piemontesi savoiardi e

valdesi, in lizza a causa di religiosi moventi, per fare

una scappata nell’inobliabile Forez, dove viveva

l’inobliata Diana del suo cuore. Molte primavere

erano passate, sull’una e sull’altro, a datare dal primo

incontro, più o meno radioso. Correva l’anno 1618.

La bella castellana di Le Long de Chenilhac era libe­

rissima. Il matrimonio col maggiore dei d ’Urfé era

stato annullato dalla Chiesa per ragioni ch’è facilis­

simo comprendere a priori. La sterilità non poteva

concedere eredi. In questo l’autorità ecclesiastica fu

tMANVU.

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