

ONORATO D ’URFÉ
S
ul giornale di Saint Etienne
Le Mémorial
Vit
torio Zan lesse un articolo di Luigi Mercier
sopra Onorato d’Urfé. L ’architetto pittore scultore,
che da anni parecchi tiene alto il prestigio del nome
italiano in terra di Francia coll’abile fulgore del suo
genio luminoso, a quella lettura, si sentì preso viva
mente da un senso irresistibile di nostalgico amore,
che in lui si riaccendeva, a quella rievocazione, pos
sente nell’anima, verso la città, che lo vide nascere.
Onorato d’Urfé infatti soggiornò diverso tempo nella
medesima casa natale dello Zan in Oneglia. Vittorio
Zan fece ricerche più minuziose in ogni più riposto
archivio, pubblico e privato, rovistò scaffali e scansie
di biblioteche, consultò documenti, compulsò codici
antichi e nuovi, e sopratutto rilesse la storia del
principato di Oneglia di Giuseppe Maria Pira. Poi
s’accinse premuroso a compilare due opuscoletti in
lingua francese che diede alle stampe a Saint Etienne
in Francia ed a Le Puy en Velay e distribuì in omaggio
agli amici al di qua ed al di là della frontiera italo-
francese. Non contento di questo lo Zan interessò
varii ammiratori del d ’Urfé, abitanti nell’alta Loira,
e con essi, d ’accordo cogli ammiratori, abitanti sulle
rive dellTmpero, convenne di porre, a ricordo ed a
memoria, una lapide marmorea sulla vecchia casa
Binon, a pochi passi dall’ospedale onegliese, per
rievocare ai presenti ed ai venturi che in quell’abi
tazione, appartenente oggi al sig. Antonio Visino,
visse e respirò un poeta, il quale ebbe in battaglia
il coraggio leonino del cavaliere senza macchia e
senza paura. Quell’eroico soldato, al servizio del
duca di Savoja, era precisamente il comandante della
Compagnia delle guardie di Carlo Emanuele l detto
il Grande. Tristi volgevano i tempi per Oneglia scon
volta tirannicamente dagli spagnoli invasori. Per
tutto nella città assediata gli onegìiesi opponevano
ai prepotenti il baluardo fatidico dei loro petti indo
miti. A Castelvecchio specialmente la resistenza ed
il valore avevano assunto l’epica aureola dell’aura
leggenda. Resisteva strenuamente il popolo di Oneglia
in attesa fervida ed intensa dell’aiuto piemontese.
Ed appena le vigili scolte individuarono le truppe
aspettate in arrivo pronto ed efficace passò negli
onegìiesi insonni un fremito d ’esultanza e d’orgoglio
che tutte stroncò le inaudite sofferenze patite per
l'amore della patria e della famiglia. Comandava la
Compagnia delle guardie Onorato d ’Urfé. Egli già
aveva combattuto contro gli spagnoli, che ebbero
modo di ammirarne l'audacia inaudita. Sugli spalti
delle torri e lungo i camminamenti si delineava
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intanto precisa e secura la vittoria trionfale. E gli
spagnoli, vinti e battuti, lasciarono liberi il suolo ed
il mare di Oneglia, che raggiante di gioia e di piacere
esultava di commozione infinita. Carlo Emanuele I
abbassò così, per mezzo dei suoi intrepidi condottieri,
tra i quali appunto Onorato d ’Urfé, e dei suoi bravi
soldati, l'orgoglio degli spagnoli. Mai sovrano di un
piccolo reame ebbe tanta parte nelle vicende poli
tiche dei suoi tempi quanto il duca Carlo Emanuele I,
figlio di quell'Emanuele Filiberto, soprannominato
test* di ferro,
che nelle Fiandre, a San Quintino,
aveva sconfitto i francesi nel 1557, che fu tra i primi
a dar fucili alla fanteria e che lo si considera inventore
della cartuccia. Il degno figliuolo del restauratore
dell'ordine unificato dei SS. Maurizio e Lazzaro nutrì
per la grandezza della patria disegni immensi, che la
morte stroncò. Il padre veneratissimo di quel Vit
torio Amedeo I, che, aggiungendo ai suoi Stati nume
rosissime altre terre, con una considerevole quantità
di feudi imperiali, donne il suo sonno eterno nel
l’ampia cappella di Haute Combe, sul lago di Bourget,
viene designato, da storici peritissimi, pei suoi pro
getti ricostruttivi, di eccezionale portata politica,
come il precursore di Camillo Benso conte di Cavoor.
Colui che venne nominato conte di Provenza dai par
tigiani della lega di Francia fa immischiato in tutte
le grandi imprese dei suo tempo con indomita va
lentia. I piò chiari ingegni dell’epoca, tra i
quali.
U Tas» , fl Tassoni, UMarino, fl Chiabrera ed fl Gua-
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