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F R A

I

L I

B R I

P a o lo Z a p p a ,

L ’Ergastolo navigante

(La • Martinière »).

Edizioni Corbaccio. Milano, pag. 268. L . 10.

Premette l’A. che, nel descrivere la traversata da L a

Rochelle alla Guiana della • Martinière >, la nave adibita al

trasporto dei condannati ai lavori forzati nella lontana co­

lonia penitenziaria francese, egli non intende fare <cronaca

nera e tanto meno scandalismi > in quanto si tratta in gran

parte di uomini che per quanto grave sia la loro pena si

sono macchiati dei più efferati delitti e che debbono quindi

essere considerati senza falsi sentimentalismi.

Vuole invece lo Zappa che dalla sua opera risulti, come

egli stesso scrive, « chiara e precisa la sostanziale differenza

esistente fra Uregime penitenziario francese e quello italiano:

regime di pura repressione il primo, di rieducazione il

secondo; perchè, egli afferma, anche nel campo penitenziario

il Governo Fascista ha additato al mondo vie nuove ».

L ’A. che compie la traversata sulla «Martinière ■ in qua­

lità di infermiere, ha modo di avvicinare i deportati e può

cosi farci conoscere gli orrori di quel torbido ambiente di

miseria fisica e morale. I fatti che si svolgono a bordo sono

cosi angosciosi che sembra debbano costituire casi d’ecce­

zione anche nella durissima vita dei deportati, ed invece

ad ogni viaggio della sinistra nave verso la lontana terra

inospitale tali atrocità si ripetono con una normalità spa­

ventevole, fiaccando il fisico degli uomini più resistenti, ma

sopratutto livellando al grado più basso della delinquenza

professionale, anche i criminali primari, ai quali viene cosi

preclusa qualsiasi possibilità di riabilitazione, anche se nel

loro animo nasce un'aspirazione di bene.

Teol.

S te fa n o B a lla r io ,

San Giuseppe Benedetto Cotto-

Ungo, fondatore della Piccola Casa della Divina Provvi­

denza di Torino.

Torino, Marietti, 1934, pagine 303. L . 7.

Pubblicata la prima volta diciassette anni or sono in

occasione della Beatificazione, questa vita del Santo brai-

dese, fondatore della Piccola Casa, è stata ristampata nel

marzo scorso per la Canonizzazione solenne. L a seconda edi­

zione differisce dalla prima per alcune aggiunte relative al

processo di canonizzazione e ai cinque successori del Fon­

datore nel governo della Piccola Casa.

Cosi integrata, rappresenta una fra le più interessanti e

chiare biografie del Santo, notevole particolarmente per la

scelta e la coordinazione dei fatti narrati e per le esaurienti

notizie sulle

famiglie

della Casa, i compiti relativi e le rela­

tive discipline.

Il Cottolengo, grande come apostolo della carità, fu

forse più grande ancora come apostolo della fiducia nella

Provvidenza divina: fiducia che è abbandono cieco ed in­

sieme adesione cosciente al disegno divino percepibile dalla

nostra intelligenza per i soli tratti slegati emergenti nel

mondo in coi viviamo, ma ciò non ostante non meno orga­

nico e perfetto nella sua realtà cosmica trascendente.

Questa realtà il grande Santo ha saputa intuire e

ad

essa

si

è

abbandonato con tatti i saoi poveri: Santo della

carità Egli è anche il Santo della fiducia mistica ed al suo

secolo ha data la evidente dimostrazione che non soltanto

l’attività pratica pili energica e fattiva non è incompati­

bile con l’abbandono al volere divino, ma che invece tale

abbandono presuppone come mezzo di fusione assoluto

fra la contingenza sensibile della vita e le Realtà eterne

soprasensibili.

Ed accogliendo i rifiuti umani socialmente più inutili

e dando ad èssi i primi posti nella sua Casa, ha insegnato

che il più ripugnante infermo o lo scemo inguaribile non

costituiscono passività, ma elementi attivi di carità e di

progresso spirituale. I valori sociali cosi come sono pensati

dalla grande maggioranza degli uomini risultano sovvertiti

dall’esperienza del Cottolengo e la comunione di tutte le

creature nel bene e nel male e nello sforzo doloroso di rina­

scita è affermata nel modo più luminoso ed eroico.

Questi aspetti particolari della vita e dell'opera del

Santo e dei suoi continuatori modesti e instancabili sono

stati dal Ballario particolarmente messi in evidenza e con­

tribuiscono non poco a far sì che la narrazione superi la

natura e la sostanza della storia per portare il lettore verso

considerazioni e meditazioni e certezze di assai più ampio

respiro.

P

a o lo

R

a m e l l o

.

P .

A . A r r ig h in i,

La nuova medicina delle passioni.

Torino,

Marietti, 1934, pagine 201. L . 12.

Educazione e medicina delle emozioni.

Torino, Marietti,

1934

- pagine 203. L. 12.

L ’Autore riprende con questi suoi due ultimi lavori

temi e ricerche cui già studiosi di ogni parte hanno dato il

meglio della loro intelligenza: basta ricordare il classico

Descuret e il nostro Mantegazza.

Riprendendoli, egli li sottopone a nuovo esame valen­

dosi dei metodi sperimentali più recenti della medicina,

della psicologia e degli studi sociali, e li integra con elementi

di natura religiosa e morale che li avviano verso sintesi

dottrinali e soluzioni pratiche nuove ed originali.

Per l’Arrighini la passione in atto è sempre una vera e

propria malattia psicofisica in quanto, originata nell'orga­

nismo fisico (anormale funzionamento del sistema cellulare

localizzato in un anormale stimolo fisiologico) si sviluppa

nella psiche investendo con una serrata vicenda di azioni

e reazioni tutto l’individuo, e interessando — per tramite

del colpito — l’ambiente sociale in cui esso vive e la discen­

denza di lui: da ciò l’interesse sociale alla cara somatica

e psichica, preventiva e repressiva, individuale e collettiva

delle passioni e i problemi delicatissimi e innumerevoli che

ad esse si ricollegano circa la responsabilità e la imputabi­

lità dei colpiti, le conseguenze dei loro atti, eoe.

Parecchie ipotesi e parecchie tesi dell’Autore urtano

contro le concezioni conenti in materia ed hanno carattere

di

anticipazioni

ardite: ma tutta l’opera, ispirata al più

rigoroso metodo di aggettività scientifica, è ispirata nel

contempo a tanto senso di solidarietà qmana che anche i

dissidenti devono riconoscere nella «nuova medicina delle

passioni » nn nobilissimo sforzo.

Identico carattere ha lo stadio saQa emomone

come pernione passeggera e repentina e per ciò stesso

acaàa

e pericolosissima per. le improvvise ed irreparabili altera­

zioni organiche e psichiche coi può dar luogo.

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