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F R A I L I B R I

Le espressioni e i riferimenti musicali, i richiami ritmici,

le risonanze, i controcanti, i motivi conduttori, caratteri­

stici dell'autore e delle sue opere precedenti ritornano qui

spontanei e chiari, non più in funzione di procedimenti

(ormali, ma consunstanziati necessariamente con la materia

stessa del libro: elemento dell’ordito su cui la narrazione

si sviluppa, la musica compenetra a volte cosi intensamente

la espressione verbale che questa ne assume il fascino piii

sottile e le possibilità più suggestive.

E , con la musica, colori, simboli, fantasie (la pioggia

ininterrotta a Yaldemosa con cui si apre la prefazione, il

corteo dei frati fantasmi alla Certosa che pare una trascri­

zione in parole della

Macabra

saintsaensiana) accompagnano

la vicenda meravigliosa del Grande salutato alla nascita

dalle luci di un crepuscolo invernale e dalla musica d ’un

violinista paesano, sino al momento in cui affranto, roso

dall’etisia, disilluso dell’amore e della gloria, sofferente di

nostalgia, sino a morirne, intuisce la méta verso la quale

ha camminato tanto e mormora sorridendo agli amici:

• Dio stende su me la Sua grazia >.

Confortante e sereno tramonto d’una luminosa e tor­

mentosa giornata che Nino Salvaneschi ha con evidenza

potente rievocata per farci pensare, per farci ascendere.

Dobbiamo essergliene grati ed apprezzare la sua nuova

fatica per quanto veramente vale ed è: atto di amore verso

un confratello in sofferenza e dono fraterno di fede e di

poesia a quanti lo seguono nelle molteplici vie che portano

alle frontiere del Mistero e, oltre il Mistero, anelano a rag­

giungere la luce eterna di Dio.

P

a o lo

K

a m k l i

.

o

.

A lfr e d o N ic o la .

Primavere.

Con na létera ’d

N in o C o s ta

e con i disegn éd

C a r lo B a ra c c o ,

Turin, L'ansségna

di Brandé, 1933, pagg. 128. L. 10.

Versi dialettali simpatici, snelli, che dimostrano il buon

gusto del Nicola e il suo amore per il nostro vecchio e glo­

rioso Piemonte: ma che però, come bene dice il Costa nella

lettera-prefazione, non sono sempre nutriti d ’un pensiero

degno d ’essere tramandato.

Ecco, ad esempio,

Notai

dal ritmo marcato, tradizionale,

alla Brofferio, ma leggermente manierato,

Seira a Còtti,

felicissima per il suggestivo senso della montagna ma fuori

tono nel finale.

Morendo,

argutissima, ma troppo legata al

ricordo dei

portili politici

del Trilussa,

Invidia

che ripete

un tema cantato e arcicantato da Calvo in poi,

Pròpe lì

che non è certo una novità,

Montagne

(dove sono le roccie

grotolùe})

che dà un affastellamento e non una fusione di

sentimenti...

Detto il male è doveroso ricordare il bene.

E, in primo luogo, accennare a

Sarstt,

a

Cirése,

a

Le ’s-ciop

d'uM basi»,

freschissimi, vivaci, pieni di monelleria e di

grazia, a

Oboda

che fa pensare ai madrigali e al

Ninna Nanna

di Severino Ferrari ricantati da un piemontese, a

Cesiota

che può reggere il confronto con le cose migliori di Carne-

rana e di Deabate pel Santuario d ’Oropa, a

Stfmber,

vera­

mente notevole per la finezza del tocco e il colore delica­

tissimo. a

Neuit a 1500,

nuova e vigorosa...

La musica ha nel Nicola un delicato cultore: basta leg­

gere

E l cani

che sviluppa un concetto da «dolce stil novo »

in forme leggiadrissime alla Chiabrera,

Lo serenodo

che

rende l’insistere straziante d'una nota ribattuta con rara

evidenza.

Noturn

veramente bello, che tratta un soggetto

romantico senza smancerie e rivela un possesso perfetto

della espressione dialettale e delle sue possibilità musicali.

E musicali, per quanto tutt'altro che densi di pensiero,

sono i

Rondei

graziosi, leggeri, chiusi nel breve giro d'una

frase, nell'incurvarsi lieve d ’una riverenza, madrigaleschi,

incipriati come minuetti...

Più alti motivi di poesia sa però cantare il Nicola in

L t storie.

Passarot e Passarota

è ricca di commozione e di bontà,

'L ciclamin e la freidolina,

delicata e perfetta nel tono lie­

vemente caricaturale,

L ’alpin e la bergera

— forse la cosa

migliore del volume — riuscitissima per la impostazione

del breve dramma già lontanato in leggenda, per l'anda­

mento vecchiotto di canzone cavalleresca e montanara,

per la rapida chiusa imprevista, in cui quasi fatale appare

l’accordo fra Amore e Morte su lo sfondo delle nevi eterne,

sotto una volta di stelle che risollevano il pensiero al senso

deU’Etemo in cui ogni cosa rinasce.

Ancora una volta ha ragione Nino Costa che nella bril­

lante prefazione già ricordata rileva essere i versi del Nicola

fatti di

poesia

merce ai di nostri non troppo comune!

P

a o lo

R

a m e l l o

.

L.

S c a la b r in i,

La Tassa di Scambio. Guida pratica, specie

per Industriali, Commercianti, Funzionari.

Un voi. di

pagine 600. Como. 1934. L. 18.

L a tassa di scambio è diventata grado grado il tributo

più complesso e più importante del nostro sistema fiscale:

la sua applicazione interessa oramai quasi la generalità

dei cittadini e specie gli industriali e commercianti; i quali

spesse volte si trovano alle prese con quelle difficoltà d'in­

terpretazione che sono state e vengono di frequente messe

in evidenza dalla stampa.

Rilevava un autorevole confratello: «... numerosi sono

i casi controversi in cui il contribuente può trovarsi e le

Autorità amministrative sono tempestate di domande di

contribuenti: come regolarsi nei loro casi particolari?... ».

Ora a queste domande, come alle altre che possono

essere poste in argomento, risponde assai bene il volume

La Tassa di Scambio,

che si propone appunto di guidare

praticamente il contribuente attraverso la selva d

o-

sizioni legislative e delle istruzioni, normali, circolari, note,

decisioni e risoluzioni Ministeriali, chiarendo, illustrando e

coordinando la materia, con rigoroso aggiornamento sino

al settembre 1934 ln modo da dare norme esatte, complete,

sicure, anche per i numerosissimi casi particolari, in forma

piana e perspicua, a tutti accessibile.

A rendere infine più comoda la sicura conoscenza, ed

anche la facile consultazione, della materia — esauriente­

mente trattata pure nella parte che riguarda il contenzioso

— concorrono i continui richiami colleganti strettamente

tutte le disposizioni interdipendenti tra di loro, nonché gli

indici e tabelle che arricchiscono il volume.

11

volume sarà tenuto a giorno negli anni prossimi con

brevi supplementi dei quali gli interessati avranno tem­

pestiva notizia.

La Terrò...

in

tasca.

Piccolo Atlante

M a r in e lli.

Antonio

Vallardi, Editore, Milano. L. 20.

Di questi giorni si è pubblicata la nuova edizione aggior­

nata a tutto il 1933 del Piccolo Atlante Marinelli. Lo com­

pongono ben 89 carte nitidissime, a colori, disegnate secondo

gli. aitimi accertamenti ed eseguite con i mezzi più moderni

e perfetti della cartotecnica geografica così per quanto ri­

guarda la geografia fisica, come per quanto riguarda quella

politica, e la geografia etnica e la toponomastica. Oltre le

carte, corredano il volume (tascabile, solidamente rilegato

in tutta tela) 195 pagine di testo, che compendiano tatto

lo scibile necessario su la Terra, nei riguardi astronomici,

fisici, naturali e su quanto si attiene alle razze, lingue e

religioni, alle parti del mondo sotto l’aspetto fisico-politico,

demografico, economico. all'Italia sotto quello naturale,

geografico, politico, ai singoli Stati e loro Colonie, alle sco­

perte geografiche, ai principali termini geografici nelle varie

lingue del mondo.

Chiude il volume un utilissimo, indispensabile

alfabetico di tatti i nomi contenati nelle carte

geograjkbe

e nei capitoti dianzi enumerati.