

VIE, P IAZZE E CORSI DI TORINO I L LUSTRAT I
G. I)ini con l'epigrafe: * A Carlo Boncompagni di Mombello
— specchio di integrità di modestia — amoroso educatore
della gioventù —■ sagace cultore della scienza delle costitu
zioni — alla Patria in alti uffici utilissimo — questo ricordo
fu posto — perchè le nuove generazioni d’Italia — nel
culto di coloro — che la fecero libera ed una — imparino
a renderla grande, felice ». Su di lui vedi G. Cari.
E,
La vita
e le opere
di
Carlo Boncompagni
di
Mombello,
Torino. 1882.
BOXKLL
1
FRANCO (Via).
Quarta a sinistra di ria Librano,
presso corso Tassoni.
Questa via risale al 1823 dedicata al Bonelli, nato a
Cuneo nel 1784, morto a Torino nel 1830. Fu naturalista
insigne: ammirato e lodato dal Cuvier fu da lui fatto nomi
nare. in seguito alla pubblicazione del suo
Specimen
Faunae Subalpmae,
professore nella l'niversità di Torino.
Fu anche, più tardi, direttore «lei Museo, che portò a grande
rinomanza. Ci lasciò un catalogo degli uccelli piemontesi.
Fu un convinto seguace delle dottrine del Lamarck. Di lui
e delle sue dottrine scrisse il Camerano, in «Atti del Con
gresso intern. di Scienze storiche ». XII, Roma,
1 9 0 3 -
BONGHI Rl'GGERO (Piazza).
In borgata Madonna di
Campagna, a destra di via Massaia, oltre via Hreglto.
Nato nel 1826 a Xapoli, morto nel 18^5 a Torre del
Greco. Fu letterato, filosofo, patriotta. uomo politico, mi
nistro della Pubblica Istruzione, giornalista (diresse il
giornale ■ La Stampa »), professore a Torino, a Napoli, a
Milano, a Roma. Promosse grandi e benemerite istituzioni.
Ci lasciò una versione dei
Dialoghi di Platone,
una
Storia
di Roma,
una
Vita di Gesù.
Di lui un'operetta che ebl>e
gran popolarità:
Perchè la letteratura italiana non è popolare
in Italia.
Ci ha lasciato un diario:
1
fatti miei e i miei pensieri.
F'irenze. Vallecchi, 1927. Su di lui, oltre al Croce («La
Critica», VI, 1908). vedi R. De Cesare,
Ruggero Bonghi
nella vita politica,
Napoli, 1905.
BONGIOVANNI EMILIO (Via).
In borgata Vittoria, prima
a destra di via Chiesa della Salute, oltre l'incrocio con
via Bregho.
Medaglia d’oro, nato a Torino nel i8y8: studente di
lettere a Padova, lasciò allo scoppio della guerra la scuola
per arruolarsi volontario nel 570 fanteria. Nominato aspi
rante ufficiale nel «j6ù fanteria, quindi sottotenente e tenente
di complemento, nel 1917 riportò, sull’altipiano della Bain-
sizza, una grave ferita al capo. Ritornato, appena guarito,
al suo reggimento, cadde gloriosamente sul campo, mentre
alla testa dei suoi fanti cercava di respingere l’offensiva
austriaca al Montello il 19 giugno iyi8.
BONSIGNORE FERDINANDO (Via).
Prima a destra di
piazza Gran Madre di Dio.
Architetto, nato a Torino nel 1762, morto nel 1843.
Di lui è il disegno della Chiesa della Gran Madre di Dio
a Torino — costruita dal 1818 al 1831 — fatta a imitazione
del Pantheon di Roma.
BOXZAXIGO G. M. (Via).
Parallela a sinistra del corso
Principe Oddone, da via Carena a corso Regina Mar
gherita.
Xato in Asti nel 1745. Apparteneva ad una famiglia
di intagliatori in legno. Fu sommo scultore e intarsiatore
anche in minuti lavori che hanno veramente del prodigio,
particolarmente quelli in avono. Molte cose sue sono con
servate in Musei italiani e stranieri Fece una vera scuola:
fra i suoi discepoli vanno ricontati Antonio Artero, il
Tanadei, il Marchino, il Canavesi. il Migliara, il Colombo;
fra i tedeschi lo Schouller e il Lehmann. Morì in Torino
nel 1820. Asti, nella casa dove esistevano 1 laboratori del
Bonzamgo, fece murare un medaglione e una Lapide.
Si creile ili lui la custodia del Calice del Santuario di
Oropa. Nel Museo Civico di Asti si conservano oltre qua
ranta lavori del Bonzanigo, dal quale si rimanda alle mono
grafie del senese Pietro Giusti (Torino, 1869) e a quella
di Nicola Gabiani del 1920, in occasione del centenario
della sua morte.
BONZO (Via).
In regione Madonna di Campagna, a sinistra
dello stradone Venaria Reale, poco prima dell'ex cinta
daziaria.
Comune della provincia di Torino a metà della V’al
Grande di Lanzo a poco meno di mille metri sul mare. La
sua posizione nella valle impedisce il sole dalla metà di
novembre alla fine di gennaio. Luogo di caccia e di alleva
mento di bestiame. Vicino vi è Noasca con belle praterie.
Bonzo dà anche il nome ad una cima (2516 m.) fra Valchiu-
sella e Val d'Aosta.
BORELLI GIACINTO (Via).
A destra del corso Regina
Margherita, in corrispondenza a via Montebello.
Nato in Demonte nel 1783, licenziato in teologia e addot
torato in giurisprudenza nel 1804. Entrò nella carriera giu
diziaria, respingendo, nel 1820, il grado di reggente della
gran Cancelleria di Sardegna. Ebbe il titolo di Conte. Fu
anche Ministro di Stato: fu uno dei firmatari dello Statuto
alla cui compilazione dette l'illuminata sua opera. Nel 1849
venne nominato Senatore. Demonte deve a lui l’istituzione
di un collegio. Legò inoltre bo.ooo lire per beneficenza.
BORGARO (Strada).
Tra l'antica barriera di Valdocco e
la Borgata Madonna di Campagna.
BORGARO (Via).
In regione Madonna di Campagna, pro-
tendentesi dallo stradone comunale di Rorgaro.
Comune «Iella provincia di Torino a 254 m. sul livello
del mare, sulla linea ferroviaria Torino-Lanzo.
BORGODORA (Piazza).
In fondo alla via omonima.
BORGODORA (Via).
Prima a sinistra di corso Giulio
Cesare
(già
corso Ponte Mosca).
Questa era la denominazione ufficiale che fin dal 700
si dava a quella parte della Città che dalla regione Van-
chiglia si spingeva a un considerevole tratto oltre Porta
Palazzo, là dove un canale riceveva le acque di scarico dei
«Molini a quattro ruote » del Martinetto, e dell’attuale
piazza Emanuele Filiberto fino alla Stura. Verso mezzodì
lo separava dalla città un corso d’acqua chiamato comune
mente
bealera,
su cui cerano i Molini, detti Molassi di 24ruote.
La
Xuova Guida dei Forestieri
del 1826 cosi ci parla di questo
borgo: •... il Borgo Dora, odel Pallone, molto popoloso, dove
si sono stabilite varie manifatture di conciatori, un grande
filatoio da seta, i molini della città, una grande fabbrica
di stufe, veluttieri, tessitori, tintori, stampatori in tela,
la fucina delle canne da schioppo, la fabbrica della polvere,
tutta armata di conduttori elettrici, per salvarla dal fulmine,
la raffineria del salnitro, fabbrica di nastri di seta, ortolani,
insemina è un borgo tutto popolato da gente industriosa ».
E più innanzi: «... i molti canali di acque, che scorrono
per questa parte, favoriscono molto le fabbriche, e le fucine
quivi stabilite. Si veggono innalzare edifici che farebbero
bella comparsa anche nel centro della città. Vi è una par
rocchia riedificata sul disegno del Conte Dellala; una pub
blica scuola per le secondane istituzioni (
5
»c) ed un ceno-
tafio. dove si dà sepoltura ad una metà dei morti di Torino ».
Nel 1876 si inaugurava la trazione ferroviaria a vapore
per C
inè-
Lanzo, portata fino a Ceres ed elettrificata
nel 1918.
Ci h—
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