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L’INSOLAZIONE DELLE PARETI DEGLI EDIFICI'

firn.

8.

definiti e per trovare l'ombra proiettata basta se­

guire le normali regole della teoria delle ombre. Per

esempio per le ore 17: Si tira dal punto A' una pa­

rallela alla proiezione verticale del raggio 17, da C

una parallela alla proiezione orizzontale dello stesso

raggio, parallela che incontra la parete AB in

b,

da

b

inalzo una verticale che incontrerà la proiezione

verticale del raggio 17 sulla parete A 'B ' in

d.

Il poli­

gono A

’ dba

sarà la proiezione verticale, e A6C la

proiezione orizzontale dell’ombra portata dalla pa­

rete AC rispettivamente sulla A 'B ' e sul terreno,

alle ore 17.

£ così per le altre ore e per l'altra parete.

Tutto questo procedimento va ripetuto per gli

equinozi e per il solstizio invernale.

Si verrà così ad avere una completa e perfetta

determinazione delle ore di sole per ogni facciata

e per ogni punto delle facciate, durante tutto l’anno.

In base a questa determinazione generale e a quelle

particolari considerazioni più sopra accennate sulla

temperatura e sugli altri agenti, si viene a stabilire

il migliore orientamento di un fabbricato, la più

razionale disposizione degli ambienti interni e la più

adatta posizione delle finestre rispetto a detti am­

bienti e alla quantità d'aria e di luce solare che

devono ricevere.

Il Fisher dà, nella sua trattazione, dei diagrammi

(1)

Oltre agli scritti del

F i s h e r

apparsi sulla rivista «The

Architorturai Record », die. 1931, e quelli del prof. W.

K

òrte

sulla rivista (Moderne Bauformen», nov. 1933,

possono

interessare i seguenti libri:

W

illiam

A

tchison

,

Thè orisn-

tstion of bmldtngs or planning for smdight,

New

York,

1912;

Prof. H

ugo

K

euerleher

,

AntrUtsvorUsung

ss

itr Tsch

-

mischi HockschmU Stuttgort.

E gli srtkofa apparsi so la

rivista «Stria

H oh

Eisen », a. 9. 1930:

W

alter

S

chwagem

-

della luce solare in funzione della lunghezza teorica

delle giornate, della nebulosità media, e della tem­

peratura media. Questi diagrammi non sono certa­

mente inutili, ma non mi sembrano necessari, dato

che variano moltissimo da luogo a luogo, e che for­

niscono dati che facilmente si possono avere dai

competenti Osservatori metereologici, Osservatori che

ora sono istituiti in grande numero.

A.

F. Dufton e H.

E.

Beckett hanno realizzato

le ricerche di cui sopra per mezzo di uno strumento

formato da un quadrante orientabile nello spazio e

da una sorgente luminosa (dalla rivista «The Royal

Institute of British Architects»), realizzazione che si

può facilmente ottenere con una tavoletta orienta­

bile e snodata (in funzione di terra), su cui posare

i modelli delle costruzioni o degli aggruppamenti di

case da analizzare, e una lampadina elettrica anche

essa spostabile nello spazio, in funzione di sole (fig. 8).

Oltre a questo apparecchio, e direi con diritto di

priorità (dato che l'autore stesso lo rivendica), ne è

stato costruito un altro in Italia dall’ing. Setti di

Bologna, lo «skiascopio Setti »illustrato sulla rivista

«Domus »dell'ottobre 1932, apparecchio che ha degli

indiscutibili vantaggi rispetto al primo, fra cui quello,

non indifferente, di tenere fissa la sorgente luminosa.

Ma questi dispositivi se fanno vedere in modo

evidente ed elegante le pareti esposte al sole, quelle

in ombra, e quelle soggette ad ombra portata, hanno

però l'inconveniente, alle volte non lieve, di rendere

necessaria la costruzione di un plastico dell'edificio

o addirittura della zona in istudio. Ciò porta ad una

spesa non indifferente, ad una perdita di tempo, e

soprattutto ci si trova davanti a difficoltà abbastanza

serie quando si voglia o si debba provare a spostare

una finestra, ad abbassare un'ala del fabbricato, o

a fare qualsiasi cambiamento di parti previste e

dimostratesi poi inadatte allo scopo.

Senza voler togliere il merito a nessuno, anzi

plaudendo alla invenzione (e credo che questa parola

sia adatta) ddl'ing. Setti, oso affermare che il proce­

dimento grafico del Fisher da me illustrato e com­

pletato è vantaggioso nel periodo di studio di un

qualunque problema di edilizia o di urbanistica,

quando cioè si ha bisogno di vagliare e provare

diverse idee e varianti, e quando sono molto frequenti

le modifiche parziali o alle volte totali del progetto;

lo skiascopio, a mio parere, servirà bene in un se­

condo tempo, per confermare e dimostrare in modo

evidente quanto è stato fatto, e per consigliare l'ar­

chitetto a fare quelle piccole modifiche che servi­

ranno a portare l'opera propria sempre più vicino

alla perfezione.

Arck GIORGIO RIGOTTI

s c b e i d t ,

Vergkichtndt BosommmgsmtUtmichmmgt»;

a.

i t ;

K on stan ty G u tschow ,

Bcsommwng um i Ztilom bm .

E sulla

rivista «Baugilde», a. 23, 1930 e a. 2, 1931:

F ran z

L6-

w rrsca,

Bmmpoh m un Bssomuuag vom Wohmrémmtu.

(2) I **»♦* di

g decttaasaons del sole psr

Torino ari soao siati gcntìbaente <0— fast i dal

R.

Osser-

vatario Astronomico di Torino (Fiso Torinese).