

antichi seppero a meraviglia questo pericolo; non
trovate una statua che sorrida in tutta la grande
scultura greca e nella serie inarrivabile dei ritratti
romani; solo gli Etruschi conobbero il riso delle loro
argille; ina appunto perciò questi lucomoni e queste
baccanti gioconde dei Musei etruschi sono già docu
menti di un’arte ironicamente caricaturale. Jacopo
Della Quercia, Masaccio, Michelangelo non hanno
1111 sorriso; unico al mondo resta quello che Leonardo
mise sul volto della sua Sant’Anna nella
Sacra
l a miglia
e tremendo sorriso è quell'altro della
<iiocoiula.
Ridono tutte invece le belle damine di Wat-
teau e di Fragonard, capriccio che non si immortala
«• che stanca; al sorriso rivelatore di tutta la psiche
individuale occorre una eternità plastica coerente
con la nostra visibilità e con il nostro sentimento.
n irridere vuol dire invitare alla partecipazione della
nostra letizia e guai se questa è artificio. Arte dunque
e profonda deve essere quella di colui che cerca di
fissare per l'eterno sul candido avorio la immedia
tezza di un sentimento felice che illumina tutta
P r la a te r a
un'anima. L'umanista moderno di Giuseppe Grassis
ha il volto dell'intelligente ed equilibrato sorriso, c'è
la compiacenza delle cose belle che studia, del mondo
ili sogni buoni in cui viaggia. Allora soltanto il ri
tratto diventa personalità, tanto più quando la
tecnica larga e non trita lascia morbidezza a tutta
la figura. E questa morbidezza è rarissimo dono dei
miniatori che si chiamarono Carolina Stolzner o
Moller o Aldenrath. Ben altro sorriso quello del
X. U. (ir. Uff. Giordano sullarono
di centimetri
diciannove e mezzo per centimetri tredici.
Affiorano
alla memoria certe pose di Yan Dych o meglio
Rembrandt in un mondo di grande vita portuaria
come Anversa, tra folle di industriali e navigatori.
Poi la maternità felice, che sorride, rattenuta ma
profonda nel bellissimo
tondo della signora Tedeschi-
Camerini.
Altro ambiente, altri pensieri. Composizione cir
colare, ciclica dunque, il che vuol dire raccoglimento
di linee in un giro perfetto; composizione cara al
nostro
Quattrocento
ed a
tu tta
l’arte cinese. Perché?