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EUGEN IO D I S A V O IA

la dimostrò apertamente avversa ad ogni slealtà tanto

al cajx> della sua Casa, Vittorio Amedeo li Duca di

Savoia, allorché questi, al momento delle questioni

poi la successione spagnuola, degenerate poi in lunga

ed estenuante guerra,

abbandonò l ’ impe ro

jH*r appoggiare il re di

Francia, quanto ai capi

del governo britannico

i quali, dimentichi dei

patti giurati, tratta­

rono e conclusero sepa­

ratamente la pace con

Luigi XIV.

Allora salutò il tra­

dimento con queste

parole: «

Felicita le due

nazioni di questa ope­

razione che farà tanto

onore alluna e all'al­

tra!!

», così come du­

rante la campagna in

Italia, lasciato in grave

imbarazzo di riforni­

menti dalla sciocca im­

previdenza e dalla len­

tezza burocratica del

Cons ig l i o au l i co di

guerra, non trovò mi­

glior partito che d ’es­

primere il proprio ram­

marico e le acerbe

preoccupazioni con una

nuova assicurazione di

fedeltà rivolta al pro­

prio sovrano dele­

zione: «

Non parlo del-

l ’onor mio, che questo

pure in un coll’ultima

goccia del mio sangue

sacrificherei ben volen­

tieri e colla massima gioia, se potesse ridondare il

più piccolo vantaggio al servizio imperiale ed al suo

augusto interesse

».

F em cn u i dii p ropositi

Che alla lealtà assoluta si unisse una fermezza di

volontà così robusta da vincere tutte le opposizioni,

Eugenio di Savoia lo dimostrò non in una, ma in

cento occasioni.

Certo fu volontà d ’acciaio quella che Io guidò,

giovinetto, a troncare d ’un colpo solo la carriera

ecclesiastica per volgere alle armi tutto il suo ardore.

Xé fu debole, indeciso allorché dovette, come Cesare,

passare il suo Rubicone, abbandonando la Francia.

C e chi sostiene che fu soltanto, inizialmente, atto

di dispetto la sua partenza: una immediata ritor­

sione al rifiuto che Luigi XIV aveva opposto alla

stia domanda di avviarlo al servizio delle armi.

No.

Occorre precisare che l ’amore per la vita di bat­

taglia era in lui una seconda natura; tanto vero che

ì ’abbé de Savoie

non trascurò mai, pur vestendo

l'abito ecclesiastico, di dedicarsi agli studi relativi

all’arte della guerra ed

alle discipline mate­

matiche. E avendogli

dato la natura una

costituzione fisica non

troppo forte, tenace­

mente volle irrobustire

il corpo, sottoponen­

dosi a continue e me­

todiche esercitazioni

ginnastiche.

Non è poi affatto

vero che egli abban­

donasse la Francia su­

bito dopo il rifiuto del

Re Sole. Rimase an­

cora a Parigi parecchi

mesi; sicché la sua ir­

removibile dec i s ione

appare ma tura t a ,

frutto

volontà

serena, puntata verso

il servizio delle armi,

al quale, restando in

Francia, il giovane

principe non avrebbe

mai potuto avvicinarsi,

sbalestrato com’era fra

l’irritazione famigliare

e l’opposizione del Re.

Allorché nel 1717

il Principe Sabaudo

tornò ad essere ancora

il condottiero d’ Eu­

ropa contro gli infedeli

eBelgrado era mèta per

la sua oramai indiscussa superiorità nel dirigere gli

eserciti alla battaglia, si trovò — era il 30 luglio —

con l’esercito turco ad un tiro di cannone.

«

La posizione del Principe era certo alquanto cri­

tica: aveva di fronte la piazza occupata da forte guar­

nigione e alle spalle un esercito più forte del doppio

del suo; a destra ed a sinistra era chiuso da due grandi

fiumi. S i può dire che mentre assediava Belgrado egli

era pure assediato. I l prendere la fortezza in quelle

condizioni appariva assai difficile, come lo era l'aprirsi

un varco a traverso le forze nemiche. Ma egli non si

perdette d’animo, e dicesi che abbia espresso il suo pen­

siero nel dire:

Prenderò Belgrado 0 i turchi prende­

ranno il Principe di Savoia

— ».

Eugenio il Grande scelse il partito più audace.

Mosse le truppe alla mezzanotte, attaccò all’alba e

alle 9 del mattino era vincitore. «

Le bandiere del­

l ’impero svettavano sulle posizioni conquistate mentre

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quadro a olio, 41 autore frantene l«aoto. dalla Raccolta di S. M. il Re di

Svaaia, caialente

nel

Castello Reale di SloccolaM lapparlautculo del de(aalo Re

Cacar li — 1* piano). — Il quadro veaae ia poaaeaao della Famiglia Reale

di feccia verao II ISJC).

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