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C E S A R E M AGG I

LW m i

daglia d'oro all'Esposizione Intemazionale di Monaco

dell’anno seguente alla quale era poi esposta.

Nel 1910 era nominato Socio onorario dell’Acca-

demia di Brera. Altra nomina era quella a Socio

onorario della R. Accademia Albertina.

Alla Esposizione della Società Promotrice B. A. di

Torino del 1911 il Maggi partecipava con la sua

grande tela

Trionfo d’autunno

(esposta, con

L ’agonia

dell’autunno,

alla Biennale Veneziana del 1910), una

fra le più ammirate in quelTEsposizione, che assunse

in quell’anno particolare importanza per la coinci­

denza delle Celebrazioni del Cinquantenario del

Regno d’Italia (2).

Seguire però Cesare Maggi, dal 1914 a questi

ultimi tempi, nella sua partecipazione (e nelle distin­

zioni che le accompagnarono), non solo alle mostre

delle nostre Società Promotrice ed Amici dell’Arte

e del Circolo degli Artisti, ma alle varie altre nazionali

ed estere, con le opere, fra le altre moltissime:

Ma il

sole splende

(Venezia, 1920),

L ’alba al tramontar della

luna, Luci crepuscolari, La fiamma. L ’addio d'un

giorno, I casolari che attendono. Esaltazione, Prima

neve sui monti di Courmayeur, Natura morta, Serenità,

Giornata di vento in Val di Susa, Lungo la ferrovia

(alla Società Promotrice del 1930 queste ultime

cinque), ecc., non è facile, tanto più che — sintomo

eloquente d ’un lavoro senza ostentazioni ed esibizio­

nismi — egli poco ha conservato che ricordi la sua

attività passata.

Partecipe alle varie Biennali Veneziane come ab­

biamo già citato, ed alle quali fu invitato dal 1907,

sarà in quella del 1912 che darà la prova decisiva

e completa dell’armonico complesso delle sue qua­

lità e della sua spiccata personalità con la sua mostra

personale (che può segnare anche l ’allontanarsi dalla

tecnica divisionista), in cui la montagna (per esempio

La sera di Natale a Courmayeur),

il mare (come

Lès

Martigues

) nella loro robusta impostazione di di­

segno, nella più tenue delicatezza di toni, e la figura,

femminile specialmente, nella sua significazione più

aristocraticamente seducente (per esempio i

Ritratti

della sua signora

— il primo ritratto eseguito dal

Maggi — ,

della signorina Bozzi, di Nino Oxilia),

consa­

crerannoinalterabilmente l 'arte nobilissima delNostro.

Un’opera sola, esposta in quella mostra, baste­

rebbe a dimostrare l’alta poesia dell’ispirazione e la

profonda interpretazione della natura, espresse in una

mirabile composizione veramente grandiosa e solenne:

I l pastore,

che si erge, maestoso, solo fra le sue pe­

core, nella vasta solitudine dei pascoli, ove egli, più

prossimo alle nevi eterne, più vicino al Cielo, è gran

dominatore ed assume quasi simbolicamente l’aspetto

di sentinella avanzata, vigile e decisa custode, e per­

petuatrice, della più pura spiritualità della razza.

Pittore della bellezza e della grazia muliebre per

eccellenza, il Maggi nei suoi

ritratti

rivela una par­

ticolare compiacenza, dovuta al fascino esercitato su

di lui dal soggiorno parigino, nel rendere la più raf­

finata, ricercata eleganza. Ricordiamo ancora quelli

della signora Carola Reda Sella e ie sue bambine, della

pittrice russa contessa Olga Stenbock-Fermor, della si-

gnora Mongiardino,

non insensibile all’influenza boi-