Table of Contents Table of Contents
Previous Page  931 / 1821 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 931 / 1821 Next Page
Page Background

P e r l a s t o r i a d e l g i o r n a l i s m o a n t i c a v o u r i a n o a T o r i n o .

L a f i g u r a d i C A R L O B E O L C H I

C

on un sentimento di orgoglio noi volgiamo il

pensiero alla storia del nostro risorgimento, che

particolarmente dopo la grande guerra, più minuta­

mente viene indagata e studiata: storia che ha det­

tato pagine eroiche che troveranno un giorno chi le

tradurrà in epici versi, legione di grandi e di oscuri,

di precursori e di combattenti, che con la penna e

con la spada, con il pensiero o con l’azione, ma con

fede costante sempre, seppero alimentare fra noi

la fiamma della libertà e della indipendenza.

Uno di questi legionari negli albori della libertà,

se pur in secondo o in terzo piano che diede un

contributo alla grande opera, fu Carlo Beolchi di

Arona, precursore, agitatore, combattente, giorna­

lista e insegnante, figura ben degna di esser tolta

dall’oblìo, perchè non solo fu attore e spettatore del

nostro risorgimento politico, ma ne fu anche lo storico

di alcune pagine, bella testimonianza del valore ita­

liano e dell’amore alla libertà che gli esuli del 1821

invano avevano invocata e adorata per l’Italia. Si

può bene affermare che una meravigliosa continuità

ideale congiunge gli uomini che diedero in olocausto

la propria vita per far più grande l ’Italia, con quelli

che prima scesero in campo per darle quella indipen­

denza e quella libertà che sono

le condizioni indispensabili per

ogni grandezza.

Si può affermare che Vittorio

Veneto ha conchiuso un periodo

che preparò la marcia su Roma:

tutte pagine di quell’epopea del

risorgimento che si iniziò nel

nostro paese coi moti del 1820 e

1821, che si proseguirono quindi

per circa un secolo e che dove­

vano condurre ad una più grande

e più forte Italia.

Per meglio comprendere la

vita e l’opera di Carlo Beolchi è

necessario rievocare il clima sto­

rico onde si mosse questo semi­

natore, e mal lo si potrebbe co­

noscere se non inquadrandolo nel

tempo in cui visse, chè egli tra­

scorse la sua infanzia e la sua

giovinezza in quel periodo di ap­

parente calma esteriore ma pur di grande fer­

mento interno che è una delle caratteristiche

degli anni che seguono immediatamente al Con­

gresso di Vienna che aveva dato macchina in­

dietro alle conquiste raggiunte nel campo politico sia

della rivoluzione, sia del conseguente perìodo napo­

leonico. Ogni libertà di pensiero e di stampa pro­

scritta, ogni aspirazione liberale perseguitata, i vecchi

privilegi di classe rimessi in vigore, ogni tentativo di

libertà subito represso: era quindi naturale che molti

italiani tentassero di difendersi, di lott«.

L

. la con­

quista di nuovi ideali, e non potendo discutere alla

luce del sole, cercassero nelle sètte segrete gli orga­

nismi più adatti per raggiungere finalità politiche e

civili.

Gli aderenti alle associazioni segrete appartene­

vano per lo più al patriziato e alla borghesia, e il

Beolchi che apparteneva a quest'ultima, si mostrò

proclive ad aderire al movimento rivoluzionario.

E si giunge ai moti piemontesi del 1821.

È noto come alcuni studenti dell’Università di

Torino, essendo comparsi in teatro con ur berretto

rosso, vennero arrestati. A questo fatto succede un

perìodo di gravi perturbazioni: al 9 marzo la guar­

nigione di Alessandria insorge al

comando del colonnello Ansaldi e

invoca la costituzione e presso la

chiesa di S. Salvario a Torino, il

capitano Ferrerò si associa al mo­

vimento.

Il 12 marzo 1821 Vittorio

Emanuele I abdicava e Carlo Al­

berto riceveva l’incarico di reg­

gere lo Stato del Piemonte; otto

giorni dopo, il 21 marzo, che è

pur la data della sua fuga da

Torino, Carlo Alberto nominava

quale Ministro della Guerra e

della Marina il Santarosa il quale

quindi veniva am quella nomina

ad assumere una carica impor­

tantissima e legittimamente costi­

tuita, che potè sembrar tale anche

quando si seppe della foga del

Reggente. Primo atto dd Santa­

rosa fu di pubblicare un «Ordine

27