

mando a suo presidente il Generale Garibaldi, che
aveva per programma « il diritto sostenuto dalle
armi e la liberazione d’Italia ». Lo
Stendardo
lo an
nuncia con belle parole: non si aveva che una sola
speranza: la libertà d’ Italia. £ intanto Garibaldi
pubblica un proclama incitando gli italiani ad inscrì
versi alla Società, che è sotto la bandiera di Vit
torio Emanuele.
Lo
Stendardo italiano
porta, si può dire in ogni
numero, articoli di fondo di Giovanni Interdonato.
La politica troppo ligia alla Francia del Ministro
degli esteri generale Da Bormida è attaccata dal
Beolchi; l’associazione
Nazione Armata
faceva paura,
e Garibaldi per non compromettere il Re e il Governo
il 5 gennaio 1860 si dimetteva e scioglieva la società
invitando al tempo stesso « ogni italiano che
amasse
la patria a concorrere con la sottoscrizione di
un
milione di fucili.
Il 16 gennaio 1860 cadeva il Mini
stero Rattazzi e il giorno dopo il Cavour è incaricato
di costituirne uno nuovo.
Il Beolchi era poco tenero per il Cavour: già
nel numero del 17 dicembre il Beolchi polemizzava
con
YOpinione
sostenendo le vedute del Rattazzi,
proclamando che era poco soddisfatto della costante
Fnard, it aM ibi.
L A S E N T IN E L L A S U B A L P IN A
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10
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avversione per la libertà interna, die il Conte di
Cavour « nella sua lunga cameni di giornalista, di
deputato e di ministro ha sempre dimostrata ».
Lo
Stendardo italiano
che ebbe vita breve, fa
sempre stampato dalla tipografia Nazionale idi
G. Biancardi (die era al numero 8 di via dd Fieno):
pubblicava anche di quando in quando delle appen
dici, fra cui quelle interessanti memorie
Vanta** H
esilio
in continuazione dd volume
Memorie autografi
di m ribelle
di Giuseppe Ricciardi (xx), in cui inse
risce anche una lettera di Michele Amari die è sfug
gita al raccoglitore
òdi'Epistolario
amariano (xa).
Anche a Brofferio, stese notevoli articoli sul com-
Amko di Angelo Brofferio, è da questi più volte
ricordato nelle opere me (13).
GIORNALISMO ANTICAVOURIANO A TORINO: CARLO BEOIXHI