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GIORNALISMO ANTICAVOURIANO A TORINO: CARLO BEOLCHI

dell’operetta

Woman's Mission,

e in quello della

Gardner: più innanzi fu insegnante nel Collegio della

Regina. In questo paese così ospitale, dove già Ugo

Foscolo rendeva onorato, col culto della letteratura

nostra, il nome d’Italia (8), fissò definitivamente la

sua dimora in attesa di tempi migliori, gustando ed

ammirando i benefici della libertà e confortandosi

con la compagnia di vecchi amici. Nè fu dimentico

della patria lontana; tenne vivo il culto della libertà

e fu uno de’ membri della Commissione dell’Unione

Italiana a cui facevan parte molti dei rifugiati ita­

liani in Londra.

Appartenne il Beokhi alla loggia de’ Carbonari

fondata a Londra da Giovacchino Prati (9): fece

anche parte a Londra della setta dei Buoni Cugini,

era anzi uno degli undici associati che firmò la dichia­

razione di principi del 17 giugno (10).

Ma una grave malattia lo costrinse a lasciare

l’Inghilterra dopo ben ventinove anni di residenza

onorata: i tempi si eran fatti migliori nel Piemonte

e il vecchio esule, che sempre ebbe la patria in rima

ai suoi pensieri, potè rivedere finalmente la terra

dei suoi padri. > Qù può dire — scriveva il Beokhi

— l’emozione quando scendendo il monte Cenisio,

discopersi la valle di Susa, la prima terra d’Italia?

Se mi fosse stato lecito, sani balzato

carrozza

e mi sarei prostrato a baciarla ». Ma si fece forza:

perchè i soci compagni di viaggio non vedessero

scendere le lacrime dagli occhi, calcò il cappello

sulla fronte. 11 18 marzo 1850 il

rivedeva

Torino.

Il

Beokhi, come molti altri profughi italiani di

quei decenni, dal Fonalo al Ravina, dal Bercbet al

Panizzi, ebbe rinomanza ia terra straniera, e questa

bella lana riverberandoci sulla patria,

m o

giovò

meno della retta coodotta a rorrrggrrr non pochi

pregiudizi che regnavano a danno dell’Italia e a

rialzarla nella pubblica opinione.

Tornato in patria con la restaurata libertà, il

Beolchi potè godere con relativa tranquillità gli ul­

timi decenni di sua vita: dal Mamiani e dal Cavour

fu chiamato a consiglio per l’istituzione di collegi

femminili di alta cultura, da istituirsi in Piemonte

a imitazione di quelli inglesi. Eletto deputato al

Parlamento Subalpino vi sedette fino al 1860.

Carlo Beolchi diresse anche

Lo Stendardo italiano,

giornale politico della società costituzionale italiana,

di cui il primo numero è del 15 dicembre 1859,

organo della società costituzionale italiana «I liberi

comizi ».

Lo Stendardo italiano

succede alla demo­

cratica

Italia:

l’ultimo numero è il 67° del 20 feb­

braio 1860.

Il

Beokhi stesso nel primo numero del giornale

ne detta il programma sostenendo che vuol essere

apostolo della libertà, soldato dell’intelligenza e con­

tribuire all’assestamento della pace europea. La

tregua di Villafranca non gli piacque, ma l’accetta

con prudente rassegnazione; così non gli piacque la

pace di Zurigo accettata « con doloroso fremito ».

Nel giornate vi collaborarono Pietro Ciconi, corri­

spondente da Prato, e sovente si polemizza con

VIndipendente

diretto dall’aw . Boggio.

Ma intanto la società

I Liberi Comizi

si converte

al 31 dicembre 1859 nella

Nazione Armata,

chia-