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Ed omaggio non solo nel salone d’onore del Cir­

colo glorioso a Giacomo Grosso, ma, come preceden­

temente al Maggi, in un’altra serata in suo onore per

l’aggiudicazione del premio bolognese, in quella.....

misteriosa

«taverna », sede delle più geniali e.....

matricolate

riunioni dei nostri artisti, che conserva

alle sue pareti (specie d ’intima, caratteristica .....

Uffici locale, tutta ardente d’animazione,alla vivifica­

trice fiamma dell’ampio camino patriarcale) l’effigie

dei soci, quasi tutti autoritratti, nei costumi delle più

varie epoche e nei più vivi e bizzarri degli atteggia­

menti, e, fra i più espressivi di questi, anche quello

del Maggi, qui riprodotto.

Acquistata così una varia conoscenza di tecniche,

temprato alle più delicate quanto più drammatiche

sensazioni, penetrati i segreti della natura dove

proprio solo colla natura si è più intimamente a

colloquio, penetrata la psicologia umana sotto l ’in­

fluenza di così alte, e diverse, scuole e sotto l’impres­

sione di tutti i suoi viaggi all’estero (in Francia,

Inghilterra, Svizzera, Germania, Belgio, Olanda,

Grecia, Turchia, Algeri, Rodi, ecc.) Cesare Maggi si

è

trovato sempre in quelle privilegiate condizioni

di spirito, di costanza e di ardimento che gli hanno

permesso di rivelarsi, affermarsi ed occupare nel­

l’arte quel posto che oggi meritatamente gli è rico­

nosciuto e gli corrisponde.

Da quando, a sedici anni, esponeva a Firenze il

suo primo quadro

Almeno c’è il fuoco,

tutta tenerezza

d’ispirazione e sicuro esempio d’una squisitezza di

animo e d’un superiore sentimento che trasparirà poi

in tutta l’opera futura del Nostro (ed il pensiero si volge

subito, fra le varie opere che seguiranno, a

L ’ombra

— esposto a Venezia — , a

La Rimembranza),

e lo

vendeva per 150 lire ad un negoziante di

Asti,

possiamo registrare il vero inizio delle s>uc ^.icrma-

zioni con l ’acquisto del suo primo quadro esposto

alle Biennali Veneziane, quella del 1905,

Mattino di

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