Table of Contents Table of Contents
Previous Page  922 / 1821 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 922 / 1821 Next Page
Page Background

b * a l I r a a tM l a r M i a lu n a

I

I

avevano colpito l'occhio c l’anima del giovane du­

rante una passeggiata mattutina lungo il (iolfo di

Napoli.

Lo vediamo passare così (e non estranea anche

la guida del Corcos) dagli ammaestramenti dell'Espo­

sito a Napoli a quelli del Cormons a Parigi. Il pas­

saggio dall'una all’altra scuoia era notevole e dei

vari effetti, come dell’influenza della varietà del­

l’ambiente, nel Maggi, studioso coscienzioso ed equi­

librato, si ebbero subito le più lodevoli dimostra­

zioni.

Ma un nuovo indirizzo, ben diverso da quello che

poteva portarlo decisamente il fascino della vita

brillante e mondana parigina, era destinato improv­

visamente e vantaggiosamente a seguire la sua arte.

Sotto la forte impressione suscitata dalla mostra

di Segantini a Milano, egli si sentiva irresistibil­

mente attratto verso la montagna e la pittura

divisionista.

Eccolo allora senz’altro al Maloia, dove, amico

della famiglia Segantini, con la quale ebbe consue­

tudine di vita, si dedicava all’interpretazione e rap­

presentazione di quelle solitudini che più avvicinano

all’infinito, sotto le nevi che sfidano sicure l’azione

del sole, e la montagna ebbe in Cesare Maggi uno

dei più appassionati evocatori della sua sublime bel­

lezza.

Dopo il periodo solitario trascorso negli alti

silenzi montani, soggiogato dalla superba maestà delle

fonti d ’ispirazione segantiniana, a Torino, la diletta

città (piemontese egli d ’animo e di famiglia),

un'altra forma d ’arte, difficile et! ardua, lo ricon­

quistava: quella del ritratto. Allora un altro colosso,

l’autore di quella

Cella delle pazze,

pensata, impo­

stata e conclusa in una brevità di tempo più che

sorprendente con impegno e coraggio ammirevoli, che

ben potevano esercitare tutta l ’attrazione su chi già

non temeva audacie e fatica, sarà il suo maestro:

Giacomo Grosso, il

mago

della tavolozza, che proprio

recentemente ha ricevuto nel salone d’onore del

Circolo degli Artisti il più caloroso e riconoscente

omaggio, per la profonda orma segnata nell’arte ita­

liana, da autorità, colleghi, discepoli ed ammiratori

ricorrendo appunto il cinquantennale della sua lumi­

nosa, trionfale carriera.

18

_______________