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A L T O C A N O T T A G G I O S U L P O
S
e alcuno chiedeva a un marinaio che immatura
mente ha lasciato gli Oceani per riprendere la vita
di terraferma interrotta con la licenza liceale, se non
sentissi la nostalgia del mare, io invariabilmente ed
un po’ paradossalmente rispondevo: « No, quando
ero in mare sentivo la nostalgia del Po ».
Eppure avevo lasciato trascorrere più di otto anni
dalla mia ripresa di residenza sulle sue sponde limi
tandomi ad ammirarlo quando lo sguardo, allo sbu
care da una di quelle vie che, quali affluenti sfociano
in esso, si posava sul suo corso magnificamente in
quadrato dalla collina, oppure sostavo romantica
mente pensoso al parapetto di un ponte, in una
nottata di plenilunio.
Il
cortese stimolo di un giovane magistrato che
indossa molto dignitosamente la toga, ma non meno
degnamente i calzerotti del canottiere, mi portò nella
corrente estate a più intimo contatto con il fiume
regale.
Fu rapido il tirocinio; tanto che, dopo pochi alle
namenti nel tratto a monte verso Moncalieri, primor
diali vogatine allietate dalla grazia femminile ed una
volta battezzate rudemente dai più grossi chicchi di
grandine che mai abbia veduto piovere dal cielo, fui
giudicato maturo a partecipare ad una crociera di
alto stile: il percorso Tonno-Casale.
Le pagine della bella Rivista • Torino », che mi
sono frequentemente ospitali per riesumazioni storico
aneddotiche, vorranno in questo numero accogliere
una breve relazione di questo viaggio fluviale, il
quale non pretende certo di catalogarsi fra le grandi
esplorazioni geografiche, ma rappresenta pur sempre
un’avventura turistica che pochi torinesi hanno
vissuto.
Valga questo scritto a risvegliare nella cittadi
nanza un maggior fervore per la vita fluviale. L ’alto
canottaggio, ed anche quello al minuto, assorbono
ima microscopica percentuale della nostra cospicua
popolazione. Avviene per esso come per i nostri con
certi di musica da camera; sono sempre quel migliaio
o poco più di amatori che ne costituiscono i quadri.
Se si percorrono le sponde del Po in una bella
giornata estiva e festiva, si nota un formicolìo di
galleggianti, un zig-zagare di barchette inesperte,
uno scoccar dritto di jole veterane, un ronzante
vagabondare di motoscafi, e si ha la fallace impres
sione di un affollamento nautico. Poiché se, in realtà,
si raggruppassero tutti questi virtuosi del remo e
dell’elica non si radunerebbe tanta .folla da empire
la sala di un cinematografo. E se poi si scendesse a
valle dell’ultimo ponte che allaccia la nostra città
alla sponda opposta si avrebbe un’impressione di
deserta solitudine quasi d si trovasse sulle sponde
inesplorate di qualche fiume delTAfrica tenebrosa.
E lanciamoci dunque ad esplorare il tratto
Tonno-Casale!
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