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Una prima ragione va ricercata nella mor­

bilità peculiare dell’estate, manifesta dalle

turbe digestive proprie delle alte tempera­

ture. Furono, in verità, i maschi, che die­

dero la maggior percentuale nella diminu­

zione del peso (39% circa), dovuto questo,

in gran parte, al fatto che essi rimasero al

mare per tutto il mese di luglio, cioè, quan­

do il clima è particolarmente torrido, donde

gastralgie ed enteriti più facili, minor appe­

tito, sonno meno tranquillo, sudorazioni

profuse e conseguente maggior consumo di

energia organica. La stessa ragione può va­

lere, in parte, per il turno femminile, che

si iniziò coi primi giorni dell’agosto per fi­

nire coi primi del settembre successivo. Le

migliorate condizioni del clima, quali in ge­

nere, si verificano nella seconda quindicina

del mese di agosto, hanno un’influenza no­

tevolissima nel favorire i fenomeni del me­

tabolismo organico, cosa, che appare evi­

dente anche per i cambiati caratteri della

morbilità generale. Diminuirono, infatti,

nell’agosto, i disturbi, rilevati a carico del­

l’apparecchio digestivo, per dar luogo alle

malattie, provocate da perfrigerazione, in

rapporto, cioè, coi venti più frequenti e col­

le più basse temperature notturne. Diven­

tarono comuni, allora, le faringiti, le ton­

silliti, le corizze, l£febbri reumatiche in ge­

nere; tutte infermità, che, abitualmente,

hanno una minor durata di quelle dell’ap­

parecchio digestivo ed una minor influenza

sui fenomeni dell’accrescimento. Da ciò, il

fattoche appena il

20

% delle femmine non

si avvantaggiò palesemente della cura ma­

rina.

Altra concausa, da mettere in evidenza

per la interpretazione della diminuzione del

peso, mi pare si debba ricercare nel mutato

regime alimentare, il quale, per quanto mi­

gliore, sia nel potere energetico, sia per ciò,

che riguarda le sue proprietà plastiche, tut­

tavia è diverso da quello famigliare, a cui

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i bambini erano abituati. Ciò comporta un

lavoro di adattamento dell’organismo, du­

rante il quale è turbato il normale fenomeno

dell’accrescimento. A questo proposito va

ricordato che la giusta e doverosa soppres­

sione del vino nella razione giornaliera, sop­

pressione, voluta dall’igiene dell’al menta-

zione dei fanciulli e da una provvida legge

dello Stato, che vieta opportunamente, nel­

le comunità, la somministrazione del vino

ai fanciulli sino ai 14 anni, può in un primo

tempo, influire sull'accrescimento, nel sen­

so indicato.

L ’inchiesta, che ho condotta fra i coloni

del turno estivo del 1929 mi ha palesato che

appena il 19,40% di essi non beve vino

coi pasti, durante la permanenza in fami­

glia : il rimanente 80,60% è abituato all’in­

gestione di uno, due ed anche tre bicchieri

di vino per pasto e non sempre annacqua­

to; vino, somministrato dai genitori col pre­

giudizio di rinvigorire il bambino o di ren­

dergli più facile la dig'*«»i''«e ! !

Nè va trascurata l'inhuenza depressiva,

che sulla psiche dei bimbi esercita la no­

stalgia della casa e della famiglia. Tutti i

coloni ne soffrono, nei primi giorni della lo­

ro permanenza in Colonia, e lo provano le

numerosissime cartoline, che, specialmen­

te nei primi tempi, essi scrivono a casa, car­

toline, le quali raggiunsero la cifra di ol­

tre 600 giornaliere, in cui, pur dimostran­

dosi contenti del nuovo ambiente elegante

e pulito, del vitto sapido ed abbondante, e

dei modi affettuosi del personale di assi­

stenza, lamentano con frasi piene di com­

mozione la lontananza della mamma!...

Molti poi ne soffrono per parecchi e pa­

recchi giorni e chiedono insistentemente di

essere rimandati a casa e piangono e man­

giano poco e di malavoglia... fino a che, un

bel mattino, si svegliano lieti ed allegri, co­

me i loro compagni.. Si sono ambientati !..

Ma, intanto, una buona settimana è trascor-