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Il vero studio della flora di Torino inco
minciò solo quando la Botanica potè eman
ciparsi dalla materia medica assurgendo
alla dignità di scienza autonoma ; senz’altro
possiam dire che esso si inizia con Carlo
Allioni, perchè prima di allora gli studiosi
del mondo vegetale volgevano le loro solle
citudini alle sole specie medicinali.
Emanuele Filiberto, riordinando tutti i
rami della pubblica amministrazione, si ren
deva altamente benemerito anche della Bo
tanica colla istituzione, presso l'Università,
della Ostensio et Lectura Simplicium, cioè
l’insegnamento dei vegetali e delle loro vir
tù terapeutiche (I). Spettava poi ad un altro
principe di Casa Savoja, a Re Vittorio Ame
deo II, l’affermare la nobiltà degli studi bo
tanici coll’istituzione dell’Orto botanico di
Torino, uno dei primi d’Italia, avvenuta nel
1729, di cui fra poco verrà celebrata, con
apposita manifestazione, la ricorrenza del
secondo centenario di fondazione a cura del
l’illustre attuale direttore il prof. Oreste
Mattirolo.
L'impianto dell’Orto avveniva in un mo
mento molto bene scelto : pochi anni dopo,
nel 1735, Linneo suscitava nuovi entusia
smi per gli studi naturali quando, facendo
anche onesto doveroso tesoro di tutta l'espe
rienza secolare dei suoi predecessori, orien
tava la scienza dei vegetali verso nuovi oriz
zonti e segnava nettamente l'inizio d'un
nuovo fecondo periodo nella storia della Bo
tanica.
d i T o r i n o
“ Trahimur peregrini» et exotieis,
domestica vero et indigena dispicimur “.
Nell’anno 1760 a reggere l’Orto botanico
veniva nominato il celebre medico e bota
nico Carlo Allioni, che Linneo stesso alta
mente stimava, come lo dimostrano queste
parole da lui espresse in lettere dirette dal
grande svedese al grande piemontese : « flo-
reas diutissime in augumentum et orna-
mentum Rei Herbariae... te veneror die
nocteque... Tu solus certe plura valida de-
texisti quam multi botanici simul, studio
certe h e r c u le o .La flora pedemontana (2)
dell’Allioni doveva costituire come un pro
gramma di lavoro per le ulteriori ricerche
sulla vegetazione locale ; edifatti gli studiosi
cominciarono d'allora a volgere le loro in
dagini alle singole regioni illustrandone le
flore, come fecero, per il territorio di Tori-
1825-26(3). Questi autori diedero la descri
no, G. fi. Balbis nel 1806 e G. F. Re nel
zione delle piante spontanee crescenti nei
dintorni di Torino fino ad una distanza di
I 5 chilometri di raggio — ad myriametrum
cum dimidio — usando ancora, per ragioni
d’opportunità, il metodo di Linneo, d’al-
(1) Cfr. O. MattiroU) L'opera di Emanuel Filiberto ’n
favore della botanica e dell'agricoltura, in • Studi pubbl.
dalla R. Università di Torino nel IV centenario della na
scita di Em. Filiberto ». 1928.
(2) Flora Pedemontana, line cnumeratio melhodica itir-
pium indigenarum, « Pedemonti Auguatae Taurinorum ».
Escjdebat Briolua. 1785, tre voi. in-folio, con 92 tavole in
rame.
Cfr. pure : Scritti pubblicati nella ricorrenza centenaria
della morte di Carlo Allioni. un voi. 8*>. 1904.
(3) Balbis Flora taurinensi», un voi. Ifr*. Taurini, 1806.
Re. Flora torineie, due voi. 16", Torino 1825-26, deaeri
ve 1130 fanerogame e 586 crittogame.