

IL
JTZE
ciuffo, credo d’olmo che pretende ornare la
facciata dell’edificio di fronte al Palazzo
v'a-
rignano, e ciuffi di piante erbacee che spun
tano qua e là fra le commessure del Ponte
e dei Murazzi del Po, ecc.
E così analogamente si può studiare una
flora arboricola di quelle piante che, con
tentandosi di quel po’ di terriccio che
1
aria
depone nelle concavità dei tronchi, vi si so
no comodamente installate : caratteristici a
questo riguardo i muschi — ed altre pic
cole crittogame a clorofilla — che veggiamo
specialmente nella parte degli alberi volta
a settentrione, come giustamente ricordano
le istruzioni militari ai soldati, per trarne un
mezzo d’orientamento in mancanza di bus
sola o di altri elementi.
Gli stessi antiestetici ruderati — spazi ab
bandonati a sè in attesa d’una qualunque
destinazione, adibiti a scariche pubbliche —
ricettano una quantità di specie che non tro
veremmo altrove ; è la così detta flora rude
rale, illustrata dal compianto prof. Noelli
che ne formò un censimento ragionato di
ben 274 specie (13); di queste alcune fanno
solo una fugace comparsa, altre invece si
stabiliscono e cacciate da un sito tosto ri
compaiono in un altro analogo: siccome
poi tali ruderati spesso contengono materiali
di alto tenore in azoto così vi vediamo svi
lupparsi l’esuberante flora così detta ammo
niacale, capitanata dall'ortica comune col
solito corteo di poligoni, di chenopodi, di
amaranti, di portulache, ecc. Fra le stazioni
dell’interno, proprio in piazza Castello, ci
terò quella tipica, ignorata da molti, genial
mente illustrata dal prof. Mattirolo, il fosso
del Palazzo Madama, dove egli potè censire
ben 141 specie diverse, con sagaci illustra
zioni intorno alle cause che determinarono
la comparsa ivi di talune specie esotiche tra
cui bellissimi esemplari di polygonum cu-
spidatum (14).
Ma dacché ci troviamo in città profittia
mone per fare una visita alle bellezze vege
tali dei nostri viali e giardini, stabiliti a sol
lievo della vita turbinosa cittadina, così lo
«square» di piazza Carlo Felice è un model
lo del genere, ed il parco del Valentino è
qualche cosa di sovranamente incantevole,
perchè si inquadra armonicamente col pro
spetto naturale della collina. Il tiglio profu
mante la città, il platano tanto elegante,
l'ippocastano così esuberante, l’olmo clas
sicamente maestoso ricordando le buone
tradizioni delle nostre alberate, ed i parchi
e giardini pubblici e privati si compiacciono
d’ospitare essenze forestiere, perfettamente
adatte al nostro clima, quali robinie, fras
sini americani, liriodendri, liquidambar,
sofore, thuie, magnolie, Wellingtonie, bi-
gnonie araucarie, cercis siliquastrum, cedri
deodora, ginko biloba, ginepri della Virgi
nia, laurocerasi, aitanti, ecc., tutte piante
che recano una grande varietà al paesaggio :
oitex agnuscastus e leandri in certe posizioni
favorevoli fioriscono anche da noi in piena
terra, per ricordarci il bel litorale ligustico,
ed allora la mente, per associazione d’idee,
ci trasporta fra i glauchi oliveti della riviera :
ebbene Volivo nel medio evo e fin quasi ai
nostri tempi fioriva e fruttificava sui nostri
colli, come ne fanno testimonianza non rare
ceppaie vecchie ed affatto trascurate in vai
San Martino, in vai Pattonera, in regione
Revigliasco, ecc. (15).
I crescenti rapporti fra le varie popolazio
ni danno luogo anche nell’agro torinese alla
comparsa di piante esotiche : alcune vere
avventizie tosto scompaiono, altre invece si
stabiliscono e finiscono per naturalizzarsi
dopo un certo tempo, tale è il caso — per
citarne una fra le più comuni — dell’erige-
ron canadensis, quella brutta piantaccia che
(13) A.
NgCLU.
Flora ruderale
forine**. Firenze, 1913.
(14) O. M»TTIholo. La vegetazione del fatato di Palaz
zo Madama in Torino. Roma. 1923.
(15) Cfr del reato, il Bollettino dorico Subalpino. Anno
1896.
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