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Il Teatro Regio dal 1678 al 1814
I . I l T e a t r o D u c a l e , o d i S. G i o v a n n i
La storia del nostro glorioso Teatro Regio
non deve ritenersi del tutto esaurita nella
semplice esposizione dei fatti, che riflettono
il passato della maggiore sala di spettacoli,
che Torino possegga oggidì. Sarebbe un er
rore gravissimo il crederlo, quando anche
si unissero i cenni, che si hanno sul teatro
detto di San Giovanni dalla vicinanza della
chiesa omonima, come qui si fa. Nella sto
ria del teatro Regio vanno quindi considerati
due periodi ben distinti l’ uno dall altro.
1
primo riflette esclusivamente ciò, che per in
tenderci bene chiameremo il teatro di Cor
te, e abbraccia il complesso degli spettacoli
scenici, che si rappresentavano privatamente
nella Reggia per divertimento dei Principi
di Savoia. Di questo non si fa ora qui cen
no alcuno. Quando occorra, se ne potrà
parlare a parte colla maggiore ampiezza,
che gli compete per l ’ importanza della ma
teria. Ragioneremo qui soltanto del secondo
periodo, che trae principio dall’anno 1678,
quando cioè il teatro Ducale si aprì anche
pel pubblico con serie di rappresentazioni
ordinate, più o meno, secondo il sistema mo
derno. Ne vedremo la lunga e non sempre
tranquilla storia, e baderemo specialmente,
parlando delle sue discusse origini, di
fissarle chiaramente ed esattamente in
modo, che la questione sia definitivamente
risolta e non sia più necessario di ritornarvi
sopra.
Sarà bene poi di pensare anche a togliere
di mezzo quel cumulo non indifferente di
lacune e più ancora di inesattezze, che si
sono accumulate attorno alla storia del no
stro Teatro Maggiore. E’ un lavoro, che
vuole essere fatto e che s’ impone. Le lacu
ne non potranno forse essere tutte colmate.
Le fonti, alle quali sarebbe necessario di
ricorrere o mancano, o non sono ancora, al
meno sino ad oggi, state tutte ritrovate. Fac
ciamo voti, che appaiano in luce presto, e
che la storia del Melodramma in Italia pos
sa finalmente essere scritta.
Carlo Emanuele II di Savoia vagheggiava
un grandioso progetto di ingrandimento del
la città di Torino verso levante. Della non
lieve impresa, alla quale intendeva di legare
il suo nome, doveva far parte la costruzione
di una nuova grandiosa Reggia, che appun
to intendeva si avesse a protendere nella
nuova direzione. 1 conte di Castellamonte,
al quale il Duca ora ricordato aveva com
messo lo studio del progetto e la prepara
zione dei piani relativi, tra l’altro aveva
ideato la costruzione di una lunga galleria,
la quale staccandosi dal palazzo e dirigen
dosi direttamente verso levante mettesse
capo in un grande teatro. Già i piani erano
stati approvati, iniziati i lavori in altra par
te dell'erigendo nuovo palazzo, bandito
l ’appalto per la costruzione della fabbrica
« dell’ Accademia,
della Galleria e del pa-
vaglione in fondo ad essa, ...come anche a
quella del trincotto, sala delle feste e tea
tro, et all'accompra delle demolitioni della
faccia et fianchi et cortina attinenti al Ba-
stion Verde
» ( I ), quando il
12
di giugno
( I )
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litari. Intendenza G enerale d elle fortificazioni e fa b b ri
che. v. 6.
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