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so di ogni più fervida attività, metropoli

dalla vita intensa ; meritava bene di essere

rilevato. Perchè nel quadro dell Italia nuo­

va — e bisogna essere grati ai due scrittori

francesi di averci offerto l ’occasione a que­

ste mise

à point

di casa nostra — il contra­

sto fra il passato di ieri e l ’oggi, appare qui

più marcato che altrove. Genova poteva

attendere con placida tranquillità la propria

ora, sicura che il mare non avrebbe fallito

alle sue speranze. Milano, piantata nel cuore

dell’ Italia più attivamente operante, in fun­

zione di accaparratrice e distributrice di tutte

le energie industriali, commerciali e agrico­

le della valle padana, punto di allaccia­

mento fra il nostro grande porto mediterra­

neo e l ’Europa centrale, aveva dal canto

suo le porte dell’ avvenire spalancate. Ma

Torino?

Nè mare, nè vie di terra di serio e sia

pur relativo sfruttamento ultramontano.

Una sola linea ferroviaria con la Francia,

quella di Modane, di semplice transito per

i viaggiatori e con una limitatissima entità

di traffico, seguita più tardi da una seconda

linea con la stessa Francia, quella di Nizza,

il cui valore turistico internazionale si ac­

centuerà sempre più anche per l ’azione te­

nace svolta dal nostro Consiglio provinciale

dell’Economia, ma che ad ogni modo — ed

è già molto — non potrà mai uscire da que­

sta sua attribuzione specifica. Se non pro­

prio l’ isolamento, qualche cosa che gli as­

somigliava : e ciò — in mezzo a una terra

meno ferace della lombarda, con scarse ri­

sorse pure in riflesso alla cosidetta industria

del forestiero — sola, incomparabile bellez­

za, in faccia alla collina dominata dal Tem­

pio votivo di Superga, l ’arco meraviglioso

delle Alpi.

Ma nonostante tutto, il miracolo fu com­

piuto. I pionieri della nuova industria, al

seguito del suo grande capitano, creatore

della « Fiat » , devono aver pensato che una

vasta regione come il Piemonte non poteva

rimanere avulsa dal movimento gigantesco

iniziatosi per la rinnovazione delle fonti

della nostra economia, che essa avrebbe for­

nito in abbondanza le braccia, mentre una

organizzazione tecnica di trasporti da e per

il mare avrebbe potuto essere singolarmente

facilitata dall’ esistenza della duplice arteria

ferroviaria di Genova e di Savona, e che

inoltre le Alpi si sarebbero incaricate di for