

segno rivelatore del mutato spirito ope
ratosi nei nostri riguardi in Francia —
mutato spirito che, confessato dagli
scrittori, dovrà finire per essere esplici
tamente riconosciuto anche dai politici,
se non dai politicanti, — Torino ha
dunque una parte preminente, giacché
se « l'Italia ha creato la più grande fab
brica d ’automobili del mondo», ciò non
è potuto avvenire che grazie alle particolari
condizioni di sviluppo dell’ industria presen
tate dalla nostra città e grazie al senatore
Ciovanni Agnelli, il cui merito capitale é
stato di aver compreso per primo, con pro
fenda intuizione delle necessità dell’avve
nire, che nella distribuzione della produzio
ne meccanica fra i tre centri costituenti il
triangolo industriale d’ Italia, Torino soltan
to possedeva le caratteristiche necessarie a
dar vita a quello che oggi, anche nel rico
noscimento straniero, è considerato come lo
sforzo maggiore compiuto in questo campo.
Henry Bordeaux, un altro illustre scrittore
d‘Oltralpe amico del nostro paese, ricono
sce infatti a sua volta che Torino, « già città
aristocratica quasi addormentata nella sua
vecchia gloria di capitale, è stata completa
mente trasformata dall’industria». E per
industria a Torino, in senso prevalente, ri
petiamolo, non si può intendere che l’ au
tomobile.
Un siffatto aspetto di città che, piegata
sotto il peso delle sue memorie storiche, dal
la partenza sabauda nel Medio Evo al Ri
sorgimento nazionale, in procinto di dive
nire la « Città morta», é d ’un tratto risol
levata e mutata nelle fondamenta della sua
struttura economica; di rifugio di pensio
nati è fatta in pochi anni centro meraviglio