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merce nella Gran Bretagna, territorio nel

quale era arduo penetrare e la cui conquista

fu ottenuta a prezzo d ’ una vera battaglia in­

dustriale sostenuta contro agguerriti compe­

titori e conchiusa con una clamorosa vitto­

ria per la Ditta Laclaire e Salietti.

L ’opificio torinese ha conseguito così un

duplice brillantissimo scopo : ha emancipa­

to l ’ Italia dall’ importazione straniera ed ha

assicurato al nostro paese sbocchi commer­

ciali d’ un valore e d una grandiosità asso­

lutamente eccezionali.

L ’ azienda produce altresì, su ampia sca­

la, panni e stoffe per abiti da uomo; ed

esporta anche in Egitto e nell’America del

Sud.

Essa ha preso parte coi suoi molteplici

prodotti a tutti i principali Saloni Automo­

bilistici d*Italia ; partecipa normalmente alla

Fiera Campionaria di Milano; si distinse al

!" Salone di Roma, ed ebbe le massime

onorificenze in competizioni internazionali,

come all'Esposizione del 1911 a Torino e,

nel 1910, a Bruxelles dove ottenne il Gran

Premio.

Una visita allo Stabilimento, sito in via

Mongrando, n. 6 e 16, suscita la più schiet­

ta ammirazione per la regolarità, l ’ordine,

la disciplina che si riscontrano ovunque, per

la lucentezza del modernissimo macchina­

rio, per la giusta e adatta disposizione dei

numerosi locali, per il razionale impiego

della mano d’opera.

I nostri lettori potranno avere un’ idea del­

l ’ imponenza di quest’opificio, osservando­

ne, qui inserita, la fotografia, a cui s’ac­

compagna una nitida riproduzione del Sa­

lone dell’Auto che fruttò alla Ditta Laclaire

e Salietti tanti elogi da parte di tecnici,

clienti e concorrenti.

Nel Lanificio gli operai occupati sono

300; i telai in funzione ammontano a 100.

Bisogna aggiungere che la Ditta concorre

a molte opere di beneficenza e manda ogni

anno alle Colonie alpine e marine i figli dei

propri dipendenti.

Ciò valga a spiegare l ’ affetto e il vero spi­

rito di solidarietà da cui le maestranze sono

legate ai titolari dell’azienda Laclaire e Sa­

lietti.