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Il Teatro Regio dal 1678 al 1814
I I I . Da l l ’ o c c u p a z i o n e f r a n c e s e al 1 8 1 4
Nella mattinata del nove dicembre del
1798 si spargeva rapidamente in Torino la
gravissima notizia, che il re Carlo Emanue
le IV , vittima della perfìdia francese e, di
ciamolo pure sinceramente, anche della sua
debolezza, aveva abdicato. Si era allonta
nato dalla Capitale, scortato dalle truppe re
pubblicane. Dodici tra principi e principesse
della Casa Savoia, battevano la via dell’e
silio. A quattro soli, come giustamente os
serva il Perrero (133), era concesso, quin
dici anni più tardi, di calcare quella del ri
torno.
11 generale francese Joubert, rimasto pa
drone di Torino, nello stesso giorno costi
tuì un Governo provvisorio di quindici mem
bri, scelti naturalmente fra i maggiori ade
renti al nuovo stato delle cose. Ad essi il
ventinove stesso mese ne aggiunse altri
dieci. Tutti insieme il dieci nevoso, accla
marono e con voto unanime deliberarono la
annessione totale e definitiva del Piemonte
alla Francia, proposta dal cittadino Carlo
Bossi.
In uno di quei tanti opuscoli-libelli stam
pati, s ’intende, alla macchia per cura di
autori prudentemente anonimi, diffusi in
Piemonte collo scopo di acquistare dei
proseliti alla causa repubblicana, i Ca
toni severi e pudibondi facevano gli scan
dalizzati, perchè la Corte spendesse « con-
sidérablement en musiciens
. en
chan-
teurs, en danseurs,
etc :
c ’est craimeni un
grand mérite dans ce pays que d'étre hi-
strions
» (134). V i era quindi da aspettarsi,
che coloro, i quali volevano «
corriger ce
qui est mal
», avrebbero introdotto delle
grandi riforme e soppresso l ’immoralità in
flitta al pubblico, che «
quoiqu'il ait payé
à la porte du rhéatre n a la permission ni
de siffler ni d'applaudir
»• (135).
Avvenne precisamente il contrario. La
gestione del teatro Regio spettava ancora per
due anni alla Nobile Società dei Cavalieri.
Questi per loro ventura ebbero l ’ insperata
fortuna di trovare subito due Cirenei, dispo
sti a rilevare l ’azienda accettando in com
plesso il contratto coi suoi oneri soltanto,
perchè i diritti e i privilegi erano stati sacri
ficati alla
Egalité.
Questi due rilevatari fu
rono i cittadini Soman e Rossignoli.
La Municipalità, alla quale venne dal
jourdan addossata la direzione superiore dei
teatri, pensò subito di affermarsi con prov
vedimenti di pronta attuazione, atti a dimo
strare i sensi, da cui era animata.
Si cominciò dal purgare il teatro dalla ver
gogna di essero detto Regio e lo si chiamò
Nazionale.
Perchè il pubblico non potesse
equivocare, il cittadino Carlo Randone, ar
chitetto, fu invitato il ventinove frimaio del
l ’anno settimo repubblicano, primo della
libertà piemontese, a far tosto demolire l’in-
addietro corona e di questa far formare sei
loggie uniformi alle altre già esistenti. Si
volle ancora ordinargli di far scrivere sul
l'architrave del proscenio e di accompagnare
(133)
D.PehhERO. /
Reali di Savoia nclt’E»ilio
Torino -
Bocca 1898
(134*
Etai nioral. ph yùque el politiquc del Mai§on de
Savoie.
Pari* - Buisson. 1791.
(135»
lb . ib.. ib.. ib
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700 J