

segnate alla storia del costume. Talora il
comico era >tato a sua volta cantabanco da
fiera. come quel bolognese (Giovanni Bissoni
clic nel 1716 -i recò in Francia a interpretare
Scapino dopo a\er esercitato in Italia diver>i
mestieri, tra cui quello del ciarlatano (1).
Clamoroso, nel 1618. lu l'esempio d'un mila-
ncse che >i produceva a Parigi nella maschera
di Tabarrino. Associatosi con l'enipirico ita-
liano Modor scrive il Petrai <misero su un
palco. Tabarrino recitava. Modor. tra un
atto e l'altro, vendeva medicine, cavava i
denti, ecc. . La ditta vi>se a lungo, procu
randoci fior di guadagni. Paolo di Saint \ ictor.
diligente rievocatore delle scene popolari pari
gine. constata: 11 re di quella nuova Corte
dei miracoli era Tabarrino. il soci»» di Modor.
11 loro palco era innalzato Milla piazza del
Delfino e per dieci anni il popolo di Parigi
vi >i accalcò intorno, ingoiando da mille boc
che aperte i filtri deUcmpirico e i lazzi del
buffone
Dal canto suo Carlo (ìoldoni ci racconta
d avere stretto conoscenza e amicizia, nel
1732. con quel Buonafede \ itali, di Parma,
ch'egli definisce ciarlatano d una >pecie molto
rara, la cui memoria meriterebbe d*c»cr regi
strata negli annali del secolo . Il \ itali, tipo
singolarissimo. che * discendeva da buona
famiglia . dotato di eccellente educazione .
ex gesuita, datoci alla medicina, aveva abban
donato l'insegnamento all’ l niversità di Pa
lermo e preferiva correr le piazze insieme con
un accolta di comici, facendo il saltimbanco
per arringare il pubblico . In tal modo
attorniato dalle quattro maschere del tea
tro italiano . vendeva i \asetti dei >uoi medi
camenti e risolveva »uU‘attimo <le questioni
più difficili che gli venivan proposte in tutte
le scienze e materie più astratte : dopo di
rhe la sua compagnia dava rapprcsenta-
zioni in tre atti, al lume di torcie di cera
bianca .
* * *
Oltre i teatri un altro svago, non proprio
nobile nè innocuo, occupava una eonsidere-
vole percentuale di torinesi: il gioco, pur
troppo così diffuso che non valevano a fre
narlo nè multe nè divieti. Stanislao Cordero
di Pamparato, nella >ua monografia
11 teatro
Kepio dal
1678
al
1811 (2). non e*ita a parlare di
malattia del gioeo pervenuta a forme che i
medici direbbero epidemica e parla di somme
tavolone rhe Moralmente *i perdevano. < l n
teatro che appena si ri'|H-tta~-e aggiunge
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«H Mubkiptu. 1ipufrjfci l/if-nfn Ritirr». Torino.
IV».
<• doveva avere una o due sale riservate per
i giocatori di carte, di tarocchi e di scaccili .
Se queste >ale ?«i fossero chiuse. >i sarebbe
immediatamente verificata una sensibilis
sima riduzione nella vendita dei biglietti
d'ingresso , che un elevato numero di per
sone andava a teatro non per lo spettacolo,
ma unicamente per giocare. \ izio. beninteso,
non più accentuato qui che in altri luoghi.
Sono rimasti famosi i ridotti e i casini da
gioco di \cnezia. Ambienti «lei genere \erano
e vi sono dappertutto. L ’illusione di far denaro
senza fatica
11011
è facilmente guaribile.
Al teatro Regio di Torino per i giocatori
s'erano fin dal principio allestite alcune
salette alle quali si accedeva direttamente
dalli» scalone . Abolito il gioco nei teatri, si
adibirono a ritrovo per fumatori e a mescita
di rinfreschi.
Per completare il quadro della vita citta
dina. noteremo che a metà del Settecento si
cominciavano ad aprire e a frequentare le
botteghe di caffè, ma a>sai piccole e lontane
dall'eleganza che avrebbe distinto i caffè
torinesi di settanta od ottant anni dopo. Come
ambienti di riunione
11011
potevano ancora
oflrire attrattive. La posta faceva arrivare
notizie solo una volta o due la settimana e
di giornali non ne usciva che uno. l»i>ctti-
manale. intitolato:
I l giornale stampato in
Torino,
che durò dall’ago>to 1716 al dicembre
1751. Fra il secondo periodico torinese. Il
primo, fondato nel febbraio 1615 per auto
rizzazione della Reggente Madama (.rietina,
col nome di
Successi del mondo
e il sottotitolo
in francese:
Gazete.
aveva resistito tino al
dicembre 1665; poi la capitale subalpina
restò senza giornali per ottantanni. F ces
sate le pubblicazioni del secondo, altri sei
lustri passarono innanzi che apparisse il terzo,
la cui nascita è del 5 gennaio 1780 col titolo:
Giornale di Torino e delle Provincie
e con
un'edizione in lingua francese:
Journal de
Turiti et ses Provinces de tous les F.tats de sa
Majesté.
Basta. Intorni» al ’750 i torinesi potevano
leggere, rileggere e commentare le magre
notizie fornite dal menzionato secondo perio
dico. di solito a quattro facciate, larghe non
piti del formato d’un foglio in sedicesimo.
I n esemplare del febbraio 174^ aveva dato
relazione delle fe>te evoltesi negli ultimi tre
giorni di carnevale. ... Nella eontrada deno
minata di Po scriveva il cronista *i è fatto
il corso delle carrozze, il cui numero fu si
grande che di gran lunga ha ecceduto la com
parsa degli anni scorai. F intervenuta tutta
la Corte... Fra la moltitudine delle maschere
in diversa gui«a abbigliate, vi è «tata una
M»ntuo*a mascherata rappresentante l'entrata
deH*lm|»eratore della China. coni|H»-ta di due
M