

UNA “ SOCIETÀ ANONARIA, PERGU AMASI GRANARI
SOTOVITORIO AMEDEO II
1. —Il Principe Sabaudo Vittorio Amedeo II.
il quale, nel 1691, di fronte alle fiamme che
s'elevavano sul castello di Rivoli, avrebbe di
chiarato di preferire che si incendiassero le
sue case, ma « si salvasse la capanna del po
vero >*, ha offerto agli storici una larga docu
mentazione dell'amore che egli, in ogni campo,
portava ai sudditi.
Ne è prova Topera fecondissima iniziata e
perfezionata da lui per alleviare le miserevoli
condizioni, in cui versavano le classi dise
redate.
Fin dal 1716 con editto 6 agosto, e 1717
con editti del 17 aprile e 19 maggio. Vittorio
Amedeo dopo essersi valorosamente liberato,
quasi del tutto, dalla soggezione francese, che
« il Piemonte — riferisce il Carutti — fra le
tenaglie di Pinerolo e di Casale, stava a mercè
della Francia >(1), aveva riordinato il sistema
di pubblica carità con l'istituzione, nei prin
cipali centri del dominio, di ospizi di carità
pel ricovero dei mendicanti e di congregazioni
di carità nei centri minori. Con successivo
editto del 26 luglio 1719, l’opera ebbe un indi
rizzo unico attraverso Fazione centralizzatrice
della « Congregazione generalissima di Ca
rità » (2).
Non è meno importante l’istituzione da
parte del previdente Principe e Re Sabaudo
degli aospedali generali > in ogni capoluogo
di provincia, istituzioni caritative, le quali
unitamente alle precedenti, trovarono nel ge
suita siciliano Andrea Guevarre un devoto e
appassionato espositore e commentatore (3),
come più tardi fu il milanese Defendente
Sacchi a illustrare le tappe della politica assi
stenziale e caritativa del Piemonte fino a
Carlo Alberto (4).
Non è meno importante la politica che il
Principe Sabaudo, per tutelare il suo popolo,
svolse nel campo dell’alimentazione, e più
particolarmente degli approvvigionamenti gra
nari. onde evitare aumenti eccelsivi di prezzi,
speculazioni a danno dei poveri, carestie. Ad
alleviare le dolorose conseguenze di queste
ultime è particolarmente interessante un prov
vedimento
annonario
del quale qui vogliamo
discorrere e che venne poi rimesso in vigori*
più di un secolo dopo, da Vittorio Ema
nuele 1 (5), quasi a indicare la continuità di
opere e di intenti che caratterizza la storia
della casata Sabauda.
Le condizioni economiche del Piemonte nel
1684. ossia airavvento di Vittorio Amedeo II.
dopo la reggenza della seconda madama Reale,
Giovanna Battista sua madre, non erano
molto diverse da quelle esistenti alla morte
del padre, Carlo Emanuele II.
Nel campo della produzione agricola non si
raggiungeva, probabilmente, neppure le medie
di hi. 6.82 di cereali per ettaro, di hi. 9,69
di vino per ettaro di vigneto e di alteno, nè
di q. 26.56 di fieno per ettaro di prato, denun
ciate da Giuseppe Prato per il Piemonte di
Vittorio Amedeo I I I (6).
Numerosi ostacoli impedivano il perfezio-
narsi dell’agricoltura, contro i quali un secolo
appresso eleveranno la loro autorevole voce
pubblicisti insigni come Galeani Napione, Pro
spero Balbo e gli scrittori della « Biblioteca
oltremontana » (7). La mancanza di sistemi
razionali di coltivazione e di irrigazione, la
deficienza di strade e mezzi di trasporto, la
povertà del bestiame, gli ostacoli interposti
allo smercio dei generi agricoli, tutto con
tribuiva, come avverrà ancora per un secolo
e mezzo, a renderne impossibili i migliora
menti dell’agricoltura, il che però non impe
diva che i prodotti ne fossero spesso anche
abbandonati (8), mentre d'un tratto le ca
restie più dolorose potevano colpire le popo
lazioni.
£ precisamente durante una di queste « fa
mose > carestie — erano le crisi cicliche del
tempo — che Vittorio Amedeo sperimentò
una istituzione che dovette poi essere nuo
vamente attuata, con successo più o meno
buono, da Vittorio Emanuele I. nel
1816.
2. - La. politica annonaria di quel tem
non si. differenziava gran che da quella che
*arà seguita negli anni appresso, almeno fino
alla metà del secolo X IX (9). Trattati come
quello di Giovanni Battista Segni, di Giovan
Antonio Palazzo (10). di Vincenzo Grami
gna
(11),
di Cesare Capaccio
(12),
di Fabio
Albergati
(13)
dell’inizio del
secolo
XV II,
serviranno di norma alla politica
ducale (14).
E
si parlava di proibizione di esportare gra
naglie. di « descrizione • accurata dei grani