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chino, era riservato il compito di continuare

la famiglia; egli infatti sarà l’unico dei fra­

telli a contrarre matrimonio: sposerà Angelina

Radicati di Robella ed avrà solo due figlie.

Emilia e Cesarina, ultime del loro nome, che

andranno a suo tempo spose, la prima a Fe­

derico de Bellegarde de Saint Larv e la seconda

ad Angelo Antonielli d’Oulx.

Ottenuto il loro arruolamento nell’esercito

francese col grado di Sottotenenti nel pio­

voso dell’anno 12 (gennaio 1804). i due fra­

telli lasciano la patria per la nuova destina­

zione: Luigi era stato assegnato alla prima

legione piemontese di fanteria di linea. Mont­

pellier per pochi mesi e poi Rochefort sono le

sue prime guarnigioni: vita tranquilla di pic­

cole cittadine della provincia francese dove

a stento giunge l’eco della grandiose feste che

si preparano per l’incoronazione di Napoleone:

le giornate trascorrono velocemente tra l’ istru­

zione alle reclute e le ispezioni ai distacca­

menti; e nelle serate sono lunghe partite a

« domino >col suo capitano la cui casa ospi­

tale è allietata dalla presenza dell'elegante

moglie, alla quale Luigi fa una corte discreta,

conquistato dal suo brio e dalla sua beila voce.

La vita risente ancora degli ultimi strascichi

della Rivoluzione e ancora le belle di Francia

cantano, accompagnandosi alla spinetta, la

canzone che ha servito di sfondo alle lotte

disperate dei

sans-culottes :

...

Dans le jardin de ma tante

Les lauriers sont fleuris...

Malgrado il cattivo clima di Rochefort.

Luigi sarebbe lieto della sua destinazione, pur

invidiando il fratello che ha avuto la buona

sorte di essere assegnato direttamente alla

Grande Armata, se non fosse che sente vivis­

sima la nostalgia di casa sua e dell'amata

Torino; è un dolore per lui quando le lettere

della madre non giungono regolarmente; si

raccomanda di non essere dimenticato, scon­

giura che gli scrivano anche i minimi partico­

lari sulla famiglia e sugli amici: così lontano

dalla patria tutto lo interessa.

Ma improvvisamente il suo reggimento ri­

ceve l’ordine di imbarcarsi per le colonie

d'America: grande è lo scoramento per il po­

vero Luigi sia per il sempre maggiore allon­

tanamento dai suoi cari, con pochissime pos­

sibilità di averne notizie, sia per il pericolo

delle febbri malariche che infestavano le colonie

e che avevano causato la fine di tanti commi­

litoni senza quella gloria alla quale tatti aspi­

ravano. Invano il fratello, dal campo d'armi

di Boulogne. cerca di rimontargli il morale

scrivendogli scherzosamente in piemontese

• vedo che

la baciala

a

la Jote paura

».

1118 nevoso dell’anno 13 (18 dicembre 1804)

egli s’imbarca a Rocbefort. Erano le pia belle

navi di Francia che partivano con l'incarico

di portare soccorso alle colonie; oltre a 6 bri­

gantini facevano parte della flotta coman­

data daH'ammiraglio Missiessy, 4 fregate, il

•<Majestueux », il « Magnanime ». il « Lyon » e il

« Suffrin », sul quale Luigi Provana era imbar­

cato, e con lui tutto il suo reggimento, 30 can­

noni e numerosi reparti di cavalleria e di

fanteria coloniale.

Egli ci ha lasciato una interessantissima de­

scrizione di questo viaggio: Porto Santo, Ma­

dera, Teneri ffa vengono di volta in volta toc­

cate dalla squadra francese; presso l'isola di

S. Lucia essa costringe alla fuga un convoglio

di una decina di navi mercantili inglesi scor­

tato da 3 corvette e se ne impossessa di due:

i venti contrari costringono ad adottare il ra­

zionamento dell’acqua, la galletta e le prov­

viste imputridiscono; finalmente il 1° ventoso

(febbraio 1805) la flotta giunge alla Martinica.

Dopo pochissimi giorni dedicati ai rifornimenti,

le belle navi si presentano schierate in ordine

di battaglia dinanzi all'isola inglese della Do-

minica; il « Suffrin » e il « Lyon » aprono il

fuoco mentre 2 colonne sbarcano a terra: l’una.

sbaragliate le resistenze inglesi, si dirige verso

la città, mentre l’altra della quale fa parte il

sottotenente Provana, si trova la strada sbar­

rata da un corso d’acqua difeso dai cannoni

inglesi; la posizione è conquistata d’assalto

— « avevamo l'acqua sino al ginocchio » scrive

Luigi — i cannoni sono presi e rivolti contro

il forte che domina la città. Alla fine, vista

inutile ogni resistenza, gli inglesi si arrendono

e son fatti prigionieri; ma la vittoria è gua­

data dall’ improvviso incendio della città, com­

posta per la maggior parte di case di legno.

Lasciato un presidio, la flotta ritorna alla

Martinica non senza aver costretto a ingenti

contribuzioni le piccole isole inglesi poste sulla

sua rotta. Sbarcata la truppa a Fort-de-France.

s’inizia la vita di guarnigione. Luigi Provana

ammira le belle creole, gli animali esotici e le

frutta spettacolose; s’impietosisce di fronte al

mercato degli schiavi — « è composto, scrive,

di 2 capanne, una per gli uomini, l ’altra per le

donne e i negri sono venduti da 2 a 3000

franchi l'uno

»

— ma il pessimo clima miete

numerose vittime tra i soldati; lui stesso è

assalito con intermittenza da forti febbri in­

vano combattute da purghe, decotti di china

e di sostanze acetose, secondo le prescrizioni

dei dottori; unica consolazione è lo scrivere

alla famiglia di cui è da tempo senza notizie:

tutte le occasioni sono buone: è la partenza di

qualcuno dei Tascher de la Pagerie che vanno

a dividere le glorie delia bella creola, Giusep­

pina di Beauharnais. la nuova imperatrice

dei francesi, o è quella di mercanti ai quali

affida le sur lettere.

Finalmente, promosso 2(Jsottotenente. Luigi

a