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Provana ottiene di essere rimpatriato: molti

sono i compagni che lascia nett'eterno riposo

del piccolo cimitero posto ai piedi del Forte.

Egli s’imbarca il 26 messidoro (26 giugno)

sulla fregata « Topaze » che è scortata dalle

2 corvette « la Torehe » e « Departemeut des

Landes » oltreché dal brigantino « le Faune ».

Il 30 la squadra incontra una fregata inglese

di 44 cannoni: subito si accende il combatti*

mento ma il più preciso fuoco dei cannoni

francesi spazza il ponte della nave nemica e

la costringe ben presto alla resa; i 300 uomini

di equipaggio sono fatti prigionieri e distribuiti

sulle navi della squadra; nella nutte la fregata

nemica è data alle fiamme. Riparati i danni sof­

ferti — alberi maestro e di bompresso colpiti e

8 proiettili nello scafo — la « Topaze » riprende

la navigazione, ma il 14 termidoro una vio­

lenta tempesta abbatte l’alberatura di una

delle corvette mentre il brigantino è perso di

vista; il 28 la squadra francese così mutilata

incontra due grosse navi da guerra nemiche:

una di queste si mette alle calcagna della

« Torche » che fugge a vele spiegate mentre

la cannonata infuria tra le rimanenti navi;

ben presto la corvetta superstite è affondata.

La <•Topaze » cerca allora nella fuga la sal­

vezza; un giorno e una notte dura l’insegui­

mento; per alleggerire la nave e accelerarne

l’andatura si ricorre ai mezzi eroici buttando

fuori bordo fasci di cordami, barili e persino

i canotti di salvataggio. Alla fine col favore

delle tenebre si svincola e il 3 fruttidoro la

nave duramente colpita riesce a riparare nel

porto di Lisbona.

Qui giunto Luigi riceve l’ordine di raggiun­

gere a piedi il deposito del proprio reggimento

a Auxonne; a piccole tappe egli attraversa

così gli altipiani desolati della penisola iberica:

dappertutto miseria terribile e sporcizia: so­

vente le « posade » degli umili paesi dove si

ferma per dormire non hanno che un po’ di

paglia da offrirgli come letto. In Portogallo

poi i francesi sono particolarmente mal visti

perchè •<dans ce pauvre pays règne dans toute

sa force l’ Anglomanie ». Finalmente giunge a

Madrid; ne ammira l’ imponenza e i bei palazzi,

ma il suo cuore è a Torino: infatti « nessuna

piazza è paragonabile alla nostra di S. Carlo

e anche dei teatri nessuno è bello come il

Carignano ». Questo affetto per la loro capi­

tale è comune ai due fratelli: Gaspare da

Berlino scriverà: « c’est une belle ville, plus

belle que Turin (et pour moi c’est tout dire) ».

Dopo 3

mesi di marcia giunge a Auxonne.

ma

è

malato fisicamente

e

moralmente: per

5

mesi cerca di ottenere una licenza per potersi

curare, ma sopratatto per riabbracciare sua

madre. Stanco dette difficoltà che incontra pre­

senta le sue dimissioni e solo con metto messo

riesce finalmente nell’aprile del 1806 a rive­

dere Torino accoltovi dalle braccia consola­

trici di sua madre.

Frattanto molto più brillante era la sorte di

Gaspare; destinato al campo armato di Boulo-

gne (piovoso dell’anno 12 - gennaio 1804) quale

sottotenente dei cacciatori, egli è entusiasta

della vita militare: scrive alla madre che pre­

ferisce il pane di munizione ai biscotti, ammira

le donne di Francia che trova più eleganti se

non più belle delle piemontesi, si batte in

duello per una questione d’onore. Assiste alla

distribuzione della Legion d’ onore alla pre­

senza di Napoleone: spettacolo indimentica­

bile! Al centro di un quadrato di 60.000 uo­

mini schierati in armi, sorge un trono dorato

ove siede l’imperatore circondato dai suoi ma­

rescialli e da tutta la sua corte. La sua felicità

raggiunge il colmo quando ottiene di passare

nei granatieri: si lascia crescere i baffi, è entu­

siasta della nuova divisa: « Bonaparte qu’on

va faire roi d’ Italie n’est pas bien sur aussi

content que moi ».

Intanto l’instabile pace creata col trattato

di Amiens è compromessa per le mene dell’ In-

ghilterra; Napoleone prepara uno sbarco nel­

l’ isola: a migliaia i barconi per il trasporto

delle truppe si ammassano lungo le coste

francesi della Manica e ogni reparto sa già

quale sarà il suo. Gaspare è lieto di poter di­

mostrare la sua tempra di combattente: « la

morte non è che un momento — scrive alla

madre alla vigilia di imbarcarsi sul trasporto

assegnatogli — la felicità per un giovane è di

combattere i nemici della sua patria, la disgra­

zia è di restare vilmente a casa mentre degli

eroi versano il sangue per voi ». Nobili parole

che possono essere applicate a ogni tempo!

Ma l’ Inghilterra, secondo i suoi sistemi,

scongiura il pericolo che la minaccia buttando

nella fornace della guerra altri popoli: suscita

contro la Francia la 3* coalizione e Napoleone

si vede costretto a spostare le sue truppe

verso la frontiera della Germania; si apre così

un periodo di continue guerre che doveva

portare la Grande Armata sino agli estremi

confini dell’Europa. Sovente Gaspare rimane

lunghi mesi senza dare notizia di sè alla fa­

miglia e allora sono disperate lettere della

madre a tutti gli ufficiali di sua conoscenza per

avere notizie del figlio. Ansie quanto mai giu­

stificate! Gaspare si batte ad Austerlitz e per

il suo contegno e sangue freddo viene elogiato

dallo stesso maresciallo Soult di fronte al reg­

gimento schierato; dopo Jena è promosso te­

nente; con i corpi di esercito di Murat, Ber-

nardotte e Soult è tra i

primi a penetrare negU

spalti della

fortezsa

di

Lubecca ove il mare*

sciatto

Blue

ber aveva condotto gii ultimi recti

degli

eserciti prussiani; in questa brillante ope­

razione egli è finito all’anca destra, ma

per

il

suo eroico contegno

è

nominato aiutante

àà

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