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Il Sindacato interprovinciale fascista degli architetti di

Torino, aderendo ad una richiesta di collaborazione

continuativa inizia da questo numero la pubblicazione

di studi, proposte e scritti che saranno raccolti, ogni

mese, in un gruppo organico in seno alla Rivista ed

in uno speciale estratto.

N. d. D.

PER UN “MUSEO DELA CITTÀ DI TORINO,,

L ’idea non è nuova nè di oggi - io stesso in qualche

occasione ne ho già discorso, ma credo non sia

male tornarci su, ed essenzialmente per questo:

che quando se ne parla, con chiunque se ne parli,

tutti trovano la proposta ottima opportuna appro­

vabile, facilmente ed economicamente realizzabile

(anche perchè il Municipio di Torino è già in

possesso di abbondante materiale utile alla for­

mazione di un primo nucleo del Museo), però si

deve concludere che di essa manchi una viva con­

vinzione se praticamente non si è fatto nè avviato

nulla per attuarla.

Si è detto da parte di qualcuno che la difficoltà

sta nel disporre di locali adatti: se l’ intenzione,

anzi la volontà, di fare questo Museo ci sarà, si

troveranno anche certamente i locali necessari.

Vediamo quale dovrebbe essere lo scopo ed il

programma di una tale Istituzione.

Costituire la base iconografica e documentaria

della storia della città, rendendo attraenti ed ac­

cessibili a tutti una quantità di cognizioni ad essa

attinenti. E dicendosi storia della città, s’ intende

dare alla frase il più largo significato. Storia civile,

politica, militare. Sviluppo, urbanistica, architet­

tura. Tra dizioni, usi e costumi. Istituzioni. Arti,

industrie, mestieri, commercio.

Conoscere meglio e più intimamente la propria

città, vuol dire amarla di più e meglio: questo è

bello ed è utile. Che il cittadino acquisti un in­

timo senso di orgoglio e di attaccamento alla

propria città è cosa desiderabile, e non può essere

sospettata quale forma di campanilismo o provin­

cialismo, così come non è riprovato, anzi è esal­

tato, quello « spirito di corpo » che sta alla base

della formazione militare e che è lievito e fiamma

per il più alto suo sentimento.

Lo schema formativo programmatico di questo

Museo può essere vastissimo, ma non richiede di

essere affrontato tutto in un solo tempo. Si deb­

bono creare i nuclei di alcune sezioni basilari:

intorno ed oltre a queste se ne potranno formare

altre collaterali ed integrative.

Questo per quanto si riferisce ad elementi ma­

teriali iconografici e documentari, ma il Museo

può essere centro ed origine di varie attività cul­

turali e didattiche.

Una sua biblioteca limitata ed agevole troverà

numerosi ospiti fra i frequentatori stessi del Museo

animati dall’interesse, od anche soltanto dalla cu­

riosità suscitata da qualche elemento esposto.

Oltre ad un archivio fotografico, potrà costi­

tuirsi una cine-fototeca per la documentazione dei

grandi avvenimenti cittadini.

I

maestri delle scuole potranno condurre perio­

dicamente al Museo le scolaresche.

Certi Musei di grandi città dispongono di mo­

dellini dei quarteri urbani, o dei mezzi di comu­

nicazione e disposizioni viarie, che concessi ai

ragazzi in apposita sala del Museo o presso le sedi

scolastiche, permettono ad essi di ricomporre zone

e dispositivi, giovando così alla formazione di

quella conoscenza ed educazione civica che è alta-