

L
I
B
R
I
A jorza di viaggi e scoperte, di esplorazioni
condotte in tutti gli angoli del mondo s'è enor
memente rimpicciolita e ristretta la dimensione
della terra. Aggiungi la velocità, i mezzi rapidi
di trasporto, i meccanismi che solcano i mari
ed i cieli e concedono all'uomo più sprovveduto
una sosta di facile
ubiquità. Per cui la
geografia risulta qua
si soltanto affidata al
pittoresco delle carte.
Diventa una gamma
di colori destinata a
distinguere convenzio
nalmente le contrade.
Che i paesi più remoti
e distanti, gli stessi
estremi del mondo, gli
oceani ed i continenti
sono collegati da una
fitta rete di comuni
cazioni. di veloci tra
gitti che li rende pros
simi. in certo senso,
come il più prossimo
villaggio. Si parte e
si arriva nel giro di poche ore. nel giro di
pochi giorni: e quella che un tempo era il
solco, la barriera della distanza, si riduce solo
al termine d'una separazione ideale. Ci si può
anche spingere ad immaginare che le distese
dei territori siano scomparsi. che siano scorn
a r s i i confini naturali. La bacchetta magica
della velocità operando realmente questi pro
digi. e la sempre immensa dimensione del
mondo riducendo alle modeste proporzioni di
un paese.
Ma se tutto questo giova al progresso, giova
ai fini della conoscenza, si pensi anche quanto
influisca a rendere uniformi i connotati, la
fisonomia della terra. E come un viaggio, anche
il più complicato da lunghi tragitti.
non
diventi
che il ripercorrere un solco già infinite volte
percorso. Si annullano, così, le sorprese della
avventura, le novità delle scoperte, si spengono
le luci del meraviglioso. E quel che è inedita
conoscenza
<T
una contrada.
<f
una terra ha
bisogno
<f
essere rinforzato dall''interpretazione
e diai magistero delVarte per avere rilievo e
ragione di esistenza.
A tali interventi ed ausili non dovettero certo
pensare di ricorrere i primi viaggiatori italiani.
Il mondo era allora avvolto ancora nei velari
di una nebulosa; scarsi barbagli di tace fran
gevano questi veli. Solcare gli oceani
,
partire
per paesi remoti allora significava apprestarsi
ad affrontare
,
con incerti mezzi
,
il volto del
mistero. Eppure mercanti
,
viaggiatori
—
diremo
—
non professionisti vi si dedicarono con schietta
semplicità naturale; e su codeste esperienze
lasciarono rapporti
,
relazioni che anche a di
stanza di secoli hanno un sapore di fresca
scoperta. Lasciarono testimonianze che hanno
un preciso valore come contributo alla reale
,
inedita conoscenza ed esplorazione del mondo.
Si rileggano oggi, ad esempio, i
«
Ragiona
menti sopra le cose vedute nei viaggi delVIndie
Occidentali e d'altri paesi
>
di Francesco Car-
letti. ribattezzati col titolo moderno di
«
Giro
del mondo
Buon Negriero » nella recente
edizione di
» .
Bompiani (Collez. Grandi Ri
torni).
È difficile immaginare una più calamitante,
sorprendente e piacevole lettura. Il Carletti era
un mercante fiorentino, figlio di mercanti, che
si propose al termine di un periplo durato
decine d'anni di raccontare al suo signore e
protettore, il Granduca Ferdinando de' Medici,
le vicende del suo viaggio. Così che egli descrive,
narra, dotato d'una facile facoltà di rievoca
zione
,
non con Vintenzione di rivelare mera
viglie. ma con una chiara
,
trasparente spon
taneità che stupisce, appunto
,
per l'assenza di
stupore. Son molti i rari spettacoli che osser
vano i suoi occhi
,
gli strani costumi e cose che
vede, gli avvenimenti a cui assiste. Eppure egli
tutto pone nella spera di una luce pacata
,
col
loca in un quadro dal semplice impasto, senza
uno scatto
,
un moto di sorpresa o la forzatura
di un colore. Ne deriva un racconto la cui
vivezza è tutta affidata alla linearità della rap
presentazione
,
all'efficacia che risulta dalla inti
ma sostanza, dalla qualità della materia. Ed
a quel frequente senso di scoperta. di rivela
zione con cui il Carletti si accosta alle cose
,
a
vegetazioni, a prodotti naturali che soltanto col
tempo poi furono introdotti ed importati
in
Europa.
Francesco Carletti a diciotto anni, nel
1591,
si prepara già a prendere le vie del mare. Nego-
zierà in ischiavi. un commercio a quel tempo
molto diffuso e non ritenuto disonorevole. È
in compagnia di un altro mercante fiorentino
,
Niccolò Parenti. Francesco si trasferisce a
Sivigliaperfarvi
ain
tirocinio di un naiadrammi.
Poi lo raggiunse il padre che inizialmente aveva
pensato it mandarlo da solo alle isolo del Coma
Verde ad acquietar negri da rendere nelle Indie
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CIRCI IHL MONDO OH W.»ON
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