

sua marcia dallo Cialite, a Trcviri o prima del passaggio
delle Alpi, ad Autun o a Besancon, oppure sul finire
della campagna, davanti alle mura di Roma (6).
* * ★
Meno conosciuta e perciò più interessante, è la
lapide marmorea rinvenuta nel 1X25 sulla nostra Col
lina, nel territorio di Pino Torinese, quasi alla som
mità della strada da Chieri a Torino, dove si è pure
scoperto un « trovante » o masso erratico con l’ indi
cazione:
l'ohintùt L. F.
ed una croce 111 un disco.
Il
marmo: una lastra sottile lunga 1111 metro e alta
cinquanta centimetri, conservata con alcune altre anti
chità romane nella villa denominata La Commenda
a Pino, reca un’iscrizione votiva ad Ercole, a Diana,
e alla Vittoria, ed allude a un tempietto o area sacra,
delimitata da quattro termini, che il liberto Tito
Scstio Basilisco degli Augustali Claudiah, a nome suo,
della moglie Irene, dei figli T. Sestio e Faustino, e
delle figlie Sestia e Marcella, ha dedicato alle divinità
sopra ricordate.
E curioso notare che questa lapide riproduce a
pennello, e in perfetta identità di lettere e di allinea
menti. quella posta dallo stesso liberto e dalla sua
famiglia alle medesime divinità, tolto che alla Vittoria
è sostituita la Fortuna, 111 regione Parraciam presso
Chieri, ossia nella valle Pasano dove tu ritrovata sullo
scorcio del secolo XV I. Trasportata a Torino per
ordine di Emanuele Filiberto essa andò presto per
duta (7).
La lapide pincse rivela 1 caratteri del secondo se
coli) dopo Cristo. Così che. quando fiorì la leggenda
costantiniana della Croce nel cielo di Soperga, sulla
collina di Pino, la Vittoria già aveva 1111 tempietto
ed un culto chiaramente stabilito. E sembra probabile
che la Vittoria ed altre divinità fossero ugualmente
onorate 111 altri luoghi della collina sulla quale, dal
l’epoca imperiale romana, già esistevano ville e costru
zioni di cui si raccolsero materiali ed iscrizioni, o al
bnc della Maddalena dove si rinvenne una stazione
preistorica (X).
♦ * *
Passano 1 secoli.
Dopo aver conquistato le città e 1 borghi più pn>-
polosi, il cristianesimo si è esteso alle campagne. Anche
nei pagi e nei vici 1 delubri pagani sono si>stttuiti da
chiese e cappelle.
La cappella o chiesa di San Vito, tuttora esistente
sebbene ricostruita .1 nuovo più volte,
è
una delle più
antiche. Risalirebbe a prima dell’anno Mille, ed
è
ri
cordata 111 un diploma del 1047. con cui Enrico III
concede ai canonici del Salvatore, ossia del Duomo
di Torino, 1 diritti sulla chiesa di San Vito « 111 Monte-
pharato » (9).
Nell’alto Medioevo si dava il nome di A/<>«.<-
Fcuitus
o
Mons-Pluirtitus
a tutta la parte della collina
che si stende tra Soperga e Testona. Si
è
pure creduto
che
Monsplurranis
tosse un villaggio, posto su di un
colle presso l’ Eremo dei Camaldolesi (10).
« Qui — siamo torse ancora nel campo di una
poetica leggenda accreditata da Cesare Balbo e dal
Carducci — ebbe il suo primo possesso la gente alera-
mica 111 Italia. I )i qui trassero il nome, alterato 111
titolo di dominio e di casato, gli Aleranno di Oddone
e se lo tirarono dietro, lo prolungarono, lo estesero,
lo impressero sulla taccia del paese che di mano 111
mano toglievano alle contee urbane di Torino, di
Asti, di Albenga, di Acqui e di Vercelli. Cotesto viv-
cabolo villereccio seguitando le conquiste dei ferrati
marchesi, come l’ombra il corpo, abbandonò per
sempre il fertile colle cispadano, per rimanere titolo di
signoria alle terre tra il Tanaro ed il Po ed essere gri
dato sui campi di battaglia d’Oriente, sempre o nella
vittoria o nella sconfitta, onorato (11) ».
Storiografi antichi e recenti ci avvertono che il
« Monferrato » sulla destra del Po. non va contuso con
l’altro « Monferrato » donde 1 relativi marchesi (12).
Comunque la Vittoria, bandita come divinità dai
templi pagani, rimase come simbolo di trionfo, idea,
auspicio e speranza di successo, strettamente legata a
questi luoghi per non dipartirsene più.
ir ir ir
Avvenimenti storici di grande importanza ebbero
sulla Collina la loro più solenne celebrazione.
La conquista sabauda dei primi possedimenti sulla
(6) I R om k h in k . .S/ttm Ji
Tifino Mtùa.
iti • Atti della S«h Pkiii. di
Archeol. • li A. •. voi xn. Tonno,
pp 203-206 e le pani ivi ut.
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7
) C I’b u m iv ,
Op.*cit
,
1111
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2
jy , p
472
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(H) E Ol IVim i.
Archiletturj
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e romani.
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nell'Ariln-
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.vrsi Ji Tonni’.
Torino, l<>4C. p 72 c 7*
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Archino atiivruovilr Ji
Tonno,
in • Bibl della Sin
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(10) Ci B M o u o n d o ,
M r'iumm u Je^iiemu.
voi 11. p
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7. I Ir I D i -
BANDI.
Il Piemonte ii‘paJano ant1,0,
Tonno, 1774. p IO'
(11) l Bai ho,
Tiamminti <ul Piemonte.
Firenze. 1 * <4. p .
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1, 111 • Opere complete di ( • l ». (.*n
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111 • Bibl della S.^ Stor Subilp •
voli. < e ■I. IV2A. voi I. pac 41
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