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destra del Po, verso il u so , venne ricordato da To­

maso Il con la ricostruzione del castello di Montosolo

di cui rimane in piedi una torre (13). Essa è la torre di

Pino, detta anclie torre del diavolo, 11011 si sa bene se

per le caratteristiche della costruzione, per le aspre

lotte di cui tu oggetti) nel Medioevo, per l’esistenza di

1111 delubro pagano, o per qualche oscura leggenda

che non ci è pervenuta, e dalla quale potrebbe torse

non essere estranea la scomunica subita da To­

maso Il(i4).

Con la fondazione dell’ Eremo dei Camaldolesi nei

primi anni dei Seicento, il duca Carlo Emanuele I ha

voluto commemorare la liberazione del Piemonte

dalla pestilenza, che l’aveva duramente colpito sul

finire del secolo XV I.

E quando Torino eroica e Vittorio Amedeo II,

primo Re sabaudo, con pensiero religioso e politico,

deliberarono di eternare il ricordo della strepitosa vit­

toria riportata sotto le mura di Torino nel 1706, in­

nalzavano sull’eccelso colle di Soperga il capolavoro

di Filippo luvara. Ed ogni anno, agli otto di settembre,

1 Torinesi ed 1 principi si recavano 111 pellegrinaggio a

Soperga a celebrare l’anniversano della famosa vit­

toria.

L usanza veniva soppressa dal governo di Cavour

nel 185S. 111 occasione dell'alleanza del Piemonte con

la Francia. L'Italia raggiunse l'unità nelTepico decennio

1X59-1870, ma trovò il suo compimento solamente

nel 1918 con la cacciata dell’eterno barbaro al di là

del Brennero, della vetta d’ Italia e del Nevoso.

Fu questa la nostra più grande vittoria. Ed è ancora

sulla collina, nel suo punto più elevato, alla Madda­

lena, che il popolo torinese costruisce il Parco della

Rimembranza ed innalza la ciclopica statua ed il taro

destinati a celebrare la Vittoria delle armi e quella

delle nostre potenti energie lavoratrici.

Il

faro che annunziava da lungi la città regale, si è

temporaneamente eclissato, ma la statua della Vittoria

è rimasta intatta.

E le gigantesche antenne della stazione Radio al-

l’ Eremo. non sembrano anch’csse lanciare alto nel

cielo l’inno trionfale della mirabile conquista del

genio italiano ?

Cosi, fin dai lontani secoli di Roma, da Soperga al

Colle di Pino, dall’ Eremo dei Camaldolesi al monte

sacro della Maddalena, dove, in tempi non maturi

per la libertà, i martiri del Ventuno si raccoglievano

a pregare per l’ Italia, il mito, la leggenda e la storia

illuminano il nostro passato: promessa augurale del

nostro avvenire.

RICCARDO GHIVARF.LLO

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