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pittore sacro e profano
Raccontano chc, un giorno, Giacomo Grosso si
trovava in compagnia di critici c giornalisti in una
accesa discussione d’arte. Passate in rassegna tutte le
scuole e tendenze ed etichette, citati i grandi nomi in
voga, abbattuta una fama, demolita una celebrità, ir
risa una stima, sputacchiata un’ammirazione, tutti si
trovava^ d’accordo soprattutto nel condannare quel
chc, fino ad allora, plauso di pubblici c consenso di ama
tori intelligenti avevano consacrato. Si sa chc ci vuole
un lungo discorso per dare la ragione di una pittura
chc si ama, e bastarti una parola e un sorriso per
dime il disprezzo. A un certo punto, si rivolsero a
Grosso e gli domandarono chc ne pensasse. Rispose:
Io non ci capisco. Sapete ? Io faccio il pittore.
Mario Michelctti e, quanto a coltura, sapienza di
dispute, prontezza dialettica, assai provveduto, e non
tacerebbe la sua opinione; ma quando si trova
con la tavolozza
in mano, credo
che anche lui si
^ senta soltanto pit
tore. La felicità del
dipingere è la pri
ma impressione
chc fanno i suoi
quadri, una gioia
stata in lui prima
chc in noi, un ab
bandono festoso,
una sapienza con
naturata e ante
riore a ogni dottri
na. Da quando Ar
monia, dice il Fo
scolo nelle
Grazie,
giubilando com
mosso gli uomini:
« u t cen a
«dolce ei sentian per l'anima un canto,
lucido in mente o$ni pensiero, e quanto
udian essi o vedean, va^o e diverso
dilettava i lor occhi, e ad imitarlo
prendean industri, e diventa più hello *.
È il vero stato d’animo in cui si trova Mario Mi-
chelctti davanti alla natura: un incanto nell’anima, un
diletto negli occhi, un far bello quanto gli si presenta.
Questa e la premessa necessaria che ci spiega su
bito i molti ammiratori che Michelctti ha suscitato c
conserva in Italia, a Parigi, a Londra, premessa che
naturalmente pretende in sede critica una ratifica. Il
fatto chc tale ratifica non la dà nessuna delle formule
correnti, astrattismo o realismo, figurativismo o non
figurativismo, simbolismo, espressionismo, crcpusc>-
larismo, il puro colore o il puro volume, confessiamo
che ci fa molto piacere. Dio, come sono ingom
branti le etichette !
Per quasi un
ventennio, Michc-
letti passò periodi
camente c rego
larmente parte del
suo tempo a Pa
rigi, dove tenne
studio ed ebbe lar
ghe commissioni.
Così fu spettatore
di tutti i più spe
ricolati avanguar
dismi, assistette a
scandali e mode,
fu informato delle
sempre nuove dot
trine e, meglio
ancora , m eg lio
per la sua anima
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