

« MADONNA
Un ragazzo guarda la sorellina che s’c svegliata:
i raggi luminosi s’incontrano sul visetto c sugli occhi
appena aperti della bimba. Sul resto, suggerimenti e
carezze chiaroscurali.
Un ragazzo e una ragazzina nel sole: modulazioni
di carni vive e di visi sorridenti.
I
paesaggi (la Riviera, Venezia, Parigi), le nature
morte, i fiori, di una tecnica cosiffatta si giovano: i
fiori soprattutto scattano luminosi e palpitano, non
più impressioni ma realtà, dentro l’atmosfera avvici
nata e permeante.
All’Intemazionale di Venezia del 1924, Mario Mi-
chclctti richiamò l’attenzione del pubblico e della cri
tica per una
Sponsa Christi,
aneddotica e folcloristica.
La figlia di Maria di un paese del Piemonte, la eletta
regina di virtù, nel giorno delle Pentecoste riceve in
casa le amiche recanti doni. Bianco vestita, col velo
in testa e incoronata di rose, essa si leva mistica e
trasfigurata nella stanza rusticana e diffonde un’aria
di paradiso sulle compagne giovani e sulle vecchie
madri che la circondano. È questa la pittura che lega
nell’arte di Micheletti il genere profano col genere
sacro. C ’è tutto un pubblico che conosce prevalente
mente di Micheletti la pittura religiosa: la facciata
della Parrocchiale di Morano sul Po, l’abside della
chiesa di Moncalvo con l'affresco celebrante il Cantico
delle Creature di san Francesco, i recenti affreschi di
Balzola, a cui si devono aggiungere le presenti vit
torie nel concorso del *41 per frcscarc la Chiesa di
san Ippolito a Roma e il successivo incarico di un
affresco di 300 mq. per la chiesa dei Marianisti di
Roma. Le opere eseguite e i cartoni per quelle da ese
guire testimoniano due cose. Anzitutto il pregio di
una fecondità, di una capacità di lavoro, di una pron
tezza di esecuzione che imparenta Michclctti coi grandi
pittori del Quattro e Cinquecento, la cui attività sa
peva di prodigio. Gente nostra, di buon ceppo latino,
clic dipinge come vive, come gestisce, come parla e
sogna, che si direbbe cibarsi della fatica come del
pane, che affronta una vasta parete come una piccola
tela; sempre generosamente c serenamente.
L’altra cosa che si constata è tanto semplice e au
gusta rhf* sembra superflua il dirla, essendo connessa
con la prima affermazione che noi facciamo: essere
Michclctti un vero artista. La sua pittura è religiosa,
in ogni momento ed in ogni aspetto. Se religione è
contemplazione del mistero, è rapimento ed estasi, è
rispetto amoroso c trepido di Dio creatore nelle sue
creature, i bimbi di Michelctti, i suoi ritratti, i suoi
fiori hanno la stessa indefinita e corale armonia delle
sue Madonne e dei suoi Angeli c Santi.
Contemplare le sue opere c un conforto dello spi
rito, essendo un invito perenne alla fraternità dentro
i vincoli della bellezza.
ONORATO CASTELLINO