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Gli affreschi sono quasi tutti ben conservati e sono

senza dubbio il capolavoro dell’arte del Canavesio.

Vivezza dei colori ed espressività potentissima del di­

segno. Il sorriso che viene spontaneo al primo osser­

vare certe ingenuità di concezione lascia il posto a

poco a poco a una ammirazione attonita e irresisti­

bile. Stranissime certe raffigurazioni, ripetute in diversi

quadri. Satana è rappresentato come un serpente,

eretto*nella sua parte anteriore, con parecchie bocche

una sotto l’altra e ciascuna di esse si ingoia un’anima

dannata bella intera. L’anima è parola di genere fem­

minile e il pittore la raffigura sempre sotto spoglie

femminili e per non lasciar dubbi in proposito le

figure sono abbondantemente fomite degli attributi

muliebri, lunghi capelli biondi, seni ben tondeggianti,

inequivocabili. Anche l’anima di Giuda Iscariota che

Belzebù si prende cstracndola dai precordi dell’im­

piccato, e una bianca puppattolina formosetta an-

zicheno.

Un quadro chc lascia perplessi è quello raffigu­

rante San Pietro chc rinnega Gesù. In un angolo il

gallo sembra fotografato mentre emette il suo sten­

toreo chicchirichì; San Pietro chc è accoccolato di­

nanzi al focolare, denunciato da una portinaia (fin

d’allora!) come discepolo del Nazareno, lo rinnega

per tre volte. E l’artista per indicare l’atto del rinnego

non ha trovato di meglio chc dipingere a San Pietro

la testa a rovescio, ossia col viso dalla parte della

schiena e la nuca dalla parte del petto.

Ma il quadro senza dubbio più potente di espres­

sione, più parlante nella sua raffigurazione e quello

chc presenta Giuda impiccato. Già nel disegno si può

osservare come c magistralmente tratteggiata la di­

sperazione del suicida, mentre la gamma dei colori

dà risalto alla espressione del disegno. Se gli affreschi

di questo santuario costituiscono il capolavoro del­

l’arte del Canavesio, l’impiccagione di Giuda Iscariota

è senza dubbio la perla del capolavoro.

Per la storia giova ricordare chc Giovanni Cana­

vcsio, sacerdote, dipinse il santuario colle elemosine

dei fedeli, terminando il suo lavoro il 12 ottobre 1492.

Ebbe i suoi natali in Pinerolo. La sua arte fine e deli­

cata, sorretta sempre da potente immaginazione si ri­

vela soprattutto nella espressione psicologica in cui

egli concentra le sue elocubrazioni di profondo asceta.

Ha lasciato opere sue a Pigna (Portomaurizio) c di lui

è conservato un polittico nella Pinacoteca di Torino,

raffigurante la Vergine col bambino.

Giovanni Canavesio dicesi sia morto c sepolto a

Grasse presso Cannes.

Ora, per ammirare questi gioielli dell’arte piemon­

tese, questi affreschi del Santuario della Madonna del

Fontano in cui il pittore trasfuse le dovizie del suo in­

gegno e del suo cuore di artista, gli italiani debbono

munirsi di passaporto.

Briga Marittima * sotto la dominazione straniera.

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