

di Viù. aveva, come suo più sicuro capostipite, un
Giovanni de Ciberariis chc militò sotto le bandiere
di Amedeo VI. Nel 170S. 111 seguito ad un diploma
di Anna d’Orleans che concedeva ai Cibrario l’eser
cizio di una prerogativa sovrana, la nomina dei sni
daci, si fregiò del titolo di nobiltà, che tu nel 1827
riconosciuto e confermato da Carlo Felice.
Fin dalla sua adolescenza si segnalò il Cibrario per
il suo ingegno e per la sua applicazione allo studio,
vincendo a 16 anni 1111 posto gratuito al Collegio
delle Provincie, donde uscì dottore 111 Belle lettere
nel 1X21, ed ebbe completa educazione con la laurea
in Diritto civile e canonico conseguita nel 1X24 e
cogli insegnamenti delle discipline politiche, cconi*-
michc e storiche impartitigli dall’allora Ministro agli
interni. Prospero Balbo, padre dell’autore delle « Spe
ranze d’ Italia ». che lo aveva preso 111 grande benvo
lere. E a questi lontani anni della sua giovinezza stu
diosa risalgono 1 suoi primi passi nella carriera politica
e, parallelamente, i primi lavori di carattere storico.
La sua duplice figura di statista e di letterato ci obbliga
ad esaminare separatamente entrambi gli aspetti della
sua insigne personalità.
Volendo delincare a grandi tratti le tappe più
significative della prima, diremo come l’iniziasse nel
1X20 in qualità di applicato presso il Ministero degli
Interni, come tosse incaricati' dopo tre anni di reggere
una Divisione c, nel 1X26, una Provincia col titolo di
Intendente, l'attuale Prefetto. « Nel 1X25-26-27 — dice
il Wiesznicwski che ne tracciò, vivente, la biografia —
conveniva ogni sera nel catfe di Piemonte con persone
legate per comunanza di carità patria: Costanzo Gaz-
zcra, Carlo Boucheron, Lodovico Sauli, Federico
Sclopis, Luigi Provana, Alessandro Pinelli, c ogni sera
pure vi conveniva Cesare Alfieri, primo scudiere del
Principe di Carignano, il quale riferiva loro gli studi,
le censure, i liberali propositi di Carlo Alberto. A quel
tempi' quel gruppo di liberali fu richiesto sovente di
inviare al Principe nozioni e progetti onde agevolargli
1 mezzi d’incarnare, quando tosse re, 1 generosi disegni
che fin d’allora volgeva ncU’ummo ».
Nel 1X29 lasciò la carriera amministrativa per quella
giudiziaria, come Sostituto Procuratore Generale alla
Corte dei Conti, divenendone Collaterale, pressi' il
supremo Magistrato, nel 1842. In questi anni e in
quelli seguenti tu membro di varie Commissioni di
riforme legislative. « Nel memorabile anno 1847 —
dice ancora l’autore sopra citato — Cibrario salutava
le ritorme di Carlo Alberto con uno scritto:
Pensieri
sulle riforme ili Re Curio Alberto,
che commosse alta
mente il pubblico e tu riprodotto in tutti i giornali
d’ Italia e dell’estero. In questo modo cooperò ai pre
liminari dello Statuto, ed alle liberali concessioni della
Corona ».
Nel luglio 1X4X, così pieno d’avvenimenti fatali, fu
inviato col generale Colli, quale Commissario Regio
straordinario a Venezia, per pigliarne possesso in nome
del re, in virtù dell’atto di unione accettato dal Par
lamento, unione però che l’armistizio Salasco inter
ruppe. In questa circostanza la sicurezza dei regi com
missari fu pure compromessa da 1111 tumulto scoppiato
alla notizia dell'armistizio, ma il loro comportamento
leale calmò gli animi tanto che, due giorni dopo,
l’assemblea dei deputati veneziani li richiamava perchè
condividessero la dittatura di Manin, offerta però che
il carattere ufficiale della missione non permise loro di
accettare. Nel medesimo anno fu nominato senatore
e investito di tutte le cariche municipali. Nell’aprile
1X49, dopo l'infausta giornata di Novara, fu mandato
dal Senato, insieme a Giacinto Collegllo, in missione
ad Oporto, latore di 1111 messaggio di devozione ed
omaggio all’esule Re. Questa vtsita lasciò un’ impronta
profonda sull’animo di chi era stato per tanti anni
fedele consigliere dell’antico principe di Carignano
che, nel lasciarlo, l’aveva abbracciato pronunciando la
storica frase: « Si ricordi che l’ ho amato tanto », e gli
ispirò uno scritto dal titolo:
Ricordi duna missione in
Portogallo al Re Carlo Alberto c
una
Sotizia sulla vita
di Carlo Alberto
nella quale l’affetto e la riconoscenza
verso « l’iniziatore e martire dcH’ iiidipendenza ita
liana * non infirma per nulla il giudizio obiettivo dello
storico.
Nel 1850 fu nominato direttore generale delle
Dogane, dove, allo scopi' di far cessare il contrab
bando dei tabacchi dalla Svizzera, apportò importanti
ed efficaci innovazioni. Nel 1852 fu nominato primo
Segretario deU’Ordinc dei Ss. Maurizio e Lazzaro, chc
arricchì di nuovi ospedali e di cui scrisse una breve
stona chc eccelle fra le altre come quella chc traccia
l’evoluzione dello spinto c del concetto informatore
dell’istituzione. Il 21 maggio di quell anno accolse
dalle mani di Cavour il Ministero delle Finanze, chc
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