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tenne fino al 4 novembre dello stesso, segnalandosi

per la pubblicazione di un fedele rendiconto dello

stato delle finanze piemontesi dal

184X.

Da tale data

fino al maggio 1855 tenne il portafoglio della Pub­

blica Istruzione e, in qualità di Ministro, presentò vari

progetti di legge contenenti le riforme generali delle

differenti branche dell'istruzione, che furono poi in

vigore col nome di « Legge Casati ». Nel gennaio del

medesimo anno aveva, 111 seno al Consiglio dei Mi­

nistri, appoggiato fortemente la tesi del Cavour sul­

l'intervento nella guerra di Crimea al fianco della

Francia e d’ Inghilterra, che diede poi al Piemonte il

diritto di sedere al Congresso di Parigi con i noti

vantaggi per la soluzione della questione italiana. Du­

rante tale congresso, e fino al 1856, sostituì Cavour

agli Esteri e, nel corso delle trattative, corrispose atti­

vamente con gli inviati straordinari piemontesi e ne

redasse le istruzioni. In questa occasione Vittorio Ema­

nuele II, che aveva continuato verso di lui la benevo­

lenza di cui l’onorava il suo augusto padre, gli conferì

le onorificenze di primo Presidente di Corte d’ Appello,

nel 1860 quello di Ministro di Stato, il più alto grado

civile del Regno e il i° dicembre 1861 il titolo di conte.

Nel suo stemma la repubblica di S. Marino, che già

gli aveva conferito l’ereditario patriziato, in segno di

gratitudine della sua opera di negoziatore di un trat­

tato di amicizia e di commercio col re d’ Italia, gli

diede la facoltà di inquartare le sue armi antichissime.

E molte altre onorificenze italiane e straniere, che

sarebbe lungo elencare, e, massima fra tutte, quella

dell’Ordine deH’Annunziata, gli furono conferite nei

42 anni in cui rese servizio alla Patria, come il suo

prezioso contributo scientifico lo fece socio d’onore,

membro e corrispondente di numerose Accademie

storiche e artistiche della penisola e d’oltralpe.

Nel 1862 si ritirò definitivamente dalla scena poli­

tica per continuare a dedicarsi interamente alle sue

opere, pur accettando incarichi speciali chc la sua espe­

rienza e maturità di diplomatico e di studioso rende­

vano apprezzati, quale la missione a Vienna per nego­

ziarvi la restituzione degli archivi e documenti aspor­

tati da Venezia durante l'occupazione degli Austriaci,

e vane presidenze in congressi culturali.

La morte lo colse improvvisamente il i° ottobre

1870 a Trobiolo, vicino a Salò, in provincia di Brescia,

ove si era recato ospite dcll’amico Federico Odorici,

che ne scrisse poi un’affettuosa e documentata bio­

grafia assai interessante ed utile per chi voglia appro­

fondire gli studi sull’ Uomo e sul periodo storico in

cui visse. Il lungo ed indefesso lavoro ne avevano

minato prematuramente la pur robusta fibra di discen­

dente di una forte razza di montanari piemontesi.

Come per ragioni di spazio non abbiamo potuto

tracciare altro che una sommaria cronistoria della sua

gloriosa vita pubblica, così, per lo stesso motivo, non

potremo accennare che fugacemente ai molti lavori di

carattere storico, biografico, economico e letterario

chc compose durante la sua vita di studioso e chc ne

onorano la memoria per la loro versatilità, profondità

e dottrina.

« La professione di storico... — gli scriveva nel 1825

il suo maestro Prospero Balbo — è più faccenda di

uomo di Stato che di letterato, per dir meglio, è di

uomo che u

due facoltà. Di fatti, uomini di

Stato furono i più degli Italiani scrittori di storia, c

per molta parte egregi ». E così fu per il Cibrario, la

cui opera di storico ed economista fu indubbiamente

agevolata dalle sue missioni politiche e dalle sue cariche

pubbliche che gli consentivano di consultare atti e

documenti degli archivi di mezz’ Europa. Frutto delle

sue sottili indagini e ricerche furono anzitutto, 111

ordine di importanza, gli studi storici intorno a Casa

Savoia.

In essi, chc vanno dalle

Sotizie sullo Stato dei Priti-

(ipi di Savoia

del 1825 alla grande

Storia della Mo­

narchia di Savoia

del 1840 e 111 vari altri lavori minori,

quali

Documenti, monete e sigilli

c sulla

Origine e pro­

gresso delle Istituzioni della Monarchia di Savoia,

si sforzò

soprattutto, sulla scorta di autentici c autorevoli docu­

menti, di dimostrare l'origine italiana dei Reali di

Savoia, come disccndenn degli ultimi re d’Italia e non

di Vitichindo e dei Sassoni, rendendo così popolare la

loro stona e destando negli Italiani la simpana e la

fiducia per la dinastia desnnata a nunirc le altre regioni

sotto un solo scettro. Opere tutte condotte, pur nel

calore patriottico chc le anima, con ngoroso e profondo

metodo stonco e degne di stare a fianco a quelle del

Muratori.

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