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rorc ma non sapete rinunciarvi. Se il demonio lascia

cadere il suono d una moneta voi dimenticate tutto

per inseguirlo.

Non è il poeta che si vendica, è la Poesia che si

vendica per lui.

Caricatelo di catene, chiudetelo in sette porte fer­

rate, egli, quando lo vorrà, uscirà col suo canto, libero,

solo, magnifico.

Lo vedrete, atterriti, venirvi incontro smemorato

d’ogni viltà subita; e voi lo odierete ancora di più

inveleniti dal suo silenzioso perdono.

Diffamatelo, ovunque, con la parola e col gesto.

Il mondo vi crederà ma voi non crederete a voi stessi.

Umiliatelo, tenendolo scostato da voi, per l’abito

che porta, per la negligenza che spira, ll mondo

stupirà che la vostra bontà giunga ad elargire al poeta

la gioia di camminarvi a fianco. La sopportazione

sarà sulla vostra fronte come la frasca sull’osteria e il

lume rosso sul postribolo.

Ora ditemi se c’è al mondo, oltre il Santo e il

poeta, altro uomo che valga la pena d’essere invidiato.

Tornare alla Poesia vuol dire, per colui che ne è

vocato, abbandonare la strada d’asfalto per il sentiero

che si immerge ne! prato. E la salvezza. Ed io mi salvo ».

★ ★ *

Al punto 111 cui il dolore trova la sua consolazione,

ecco scaturire la Poesia, balenare nella figura stessa

del poeta la sfixrata e bruciante figura dell’apgelo dalle

ali di fuoco. Divorato dalla riconoscibile presenza della

grazia folgorante, l’ uomo s’arrende alla propria distru­

zione. Ha superato il mondo e la stessa ragione umana

per entrare cittadino d’ un mondo di verità assurde e

disumane; e la sola tortura che gli resta è il peso di

opache ceneri. Tutto il senso di questi canti è nell’enun­

ciazione di quella

lettera agli amici:

«... i poeti sono

angeli caduti che risalgono 1 Cieli animati dalla sola

speranza d’altezza ».

L'angelo al comando d'iddio

non indugia un attimo solo.

Scalzo coinè, spicca il volo

nè si volge a un addio.

Fiorata la terra col piede

ignudo, si fa persona.

Tocca dolori, ragiona

di pane e di mercede.

Suda coma Adamo. Raccoglie

un ferro da lavoro. Vedrete

che accende il fuoco.

.-IrrJ

sete.

Dormirà su una bracciata di foglie

Distrutte in una fiammata le ali,

rimasto nomo soltanto,

porterà miserie e nuli,

s’arrenderà al pianto.

Calli sul palmo, cicatrici

sul volto, sarà uno del mondo.

/:

solo spini troverà nel fondo

di brevi ore felici.

Pregherà nelle tenebre, senza sorriso

di lume, operaio stanco.

Dormirà coricato sul fianco

alle porte del Paradiso.

Per sempre crederà barricate

del Cielo le terribili porte.

I

’ivrà ore rassegnate,

aspetterà la morte.

Ma un giorno volgendo in giro

il fiammante occhio, lo vede il Signore:

innocente, la gola scoperta nel respiro,

una mano sotto la guancia, l'altra sul cuore.

Lo

toccherà sulla spalla

e le ali fli avrà restituito.

S'alzerà come farfalla

candore nell'infinito.

(Operaio stanco).

Vale la peni di soffermarsi sul profondo lirismo

di questo dra.

. u.igclico che si identifica con l’eterna

ventura di tutti gli uomini. L’anima esce dal pensiero

di Dio ma portata ad abitare a colmare l’argilla umana

dimentica la sua natura celeste, cede, senza memorie,

ai giorni, uccide in sè la speranza. Basterà che Dio

fissi un istante

l'operaio stanco

per redimerlo d’ogni

miseria, per rifarlo suo qual’era, libero e innocente

« angelo di fuoco ».

Eccolo già 111 cammino. Egli tende a cime ancora

terrestri ma la sua speranza è già certezza sensibile e

il suo sguardo è rivolto al cielo.

Staccata rupe immersa ora nel verbo

d'eternità credute, in una grazia

che al divenire il C iel mantiene in serbo,

altra greggia nei cieli ora conduce;

e gli è la luna fido cane al piede,

vincastro un raggio di mansueta luce.

Simile a Dio vestito di lanose

pelli si sente, e pur sua creatura

che agli inviti del C iel tardi rispose

E affretta il passo come quando il vento

viene gemendo e la più fosca nubi

g li manda il tuono come ammonimento.

Sguardo di stella il cuore g li ha ferito

e dai millenni ad alti paschi è giunto,

pastore e Adamo che non Ita tradito.

l ’icino al Juoco il sonno l'ha mietuto.

Or «firn <rno

lume brucia lentamente

perchè il Signore Fha riconosciuto.

(Notte senza tenebre)

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