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basta, conio la vespa; c clic se ancora non basta, ad­

denta conic quella cara bestiola strisciante che al mar­

gine dei sassi sta a godersi il sole.

Ma, Dio è grande, e nel suo estremo giudizio,

giudicherà chi ha saputo creare un’opera e chi l’ ha

criticata!

Sempre restando 111 tema, ricorderò 1111 piccante e

significativo fatterello; un egregio poeta e riconosciuto

per tale, in un brutto giorno di primavera pensò anche

occuparsi di critica d’arte figurativa e musicale; ma

lo fece con tanta ferocia da indisporre, in modo grave,

anche gli artisti non colpiti. Vista questa reazione volle

dimostrare di aver ragione su tutti 1 suoi asserti e pensò,

non di fare della musica, per fortuna sua e nostra, ma.

per disgrazia sua e nostra, della pittura, e come non

bastasse mandò qualche sua opera pittorica ad una

pubblica mostra.

Apriti cielo! e voi dei dell’Olimpo ne potete tar

tede!

Per farla breve, da allora cessò di tare il critico,

menomando, purtroppo il buon nome della Ditta e

da parte di noi artisti, quante e quante candele turono

accese alla memoria!

Ora io mi domando: ma perchè questo eroico

esempio non tu seguito ?

Amen!

Litici Orn iti, pittore:

i/i

l’iion ceppo piemontese è mito

tu Ln Monjerrato nel

1876;

risse sempre .1 Torino ove

svolse tutta intera Li sua carrier,1 di artista, di insegnante;

vi fu Consigliere Comunale di parte socialista per ben

due volte.

Lavoratore assiduo di grande probità ; mantiene sempre

viva la fiamma della sua fede d'artista che non indulge ad

opportunismi di scuole 0 delle ricorrenti mode cosidette

artistiche; uomo d'azione crede e spera sempre, con lo

stesso ardore degli anni giovanili, negli ideali di giustizia

e di libertà.

In più di mezzo secolo di lavoro, che mai conobbe

soste per alcuna ragione, grande fu la sua produzione in

cui le eminenti qualità di artista rifulgono, lasciando pro-

Jondo il segno del suo valore; il suo insegnamento all'Ac­

cademia Albertina di Torino ha pure lasciato tracce note­

voli nelle vane generazioni di allievi che numerosi accor­

sero alla sua scuola; da lui apprendi vano oltre che

^'/i

ele­

menti dell arte, la virtù del carattere.

Luigi Ottetti, sempre credette e credi', che il suo pen­

nello dovesse servire come mezzo per esprimere ed inter­

pretare i suoi pensieri, per lottare per le sue idee, per affer­

mare la sua fede. ,\on da meno con lo scritto che pubbli­

chiamo. si riaffermano le sue attitudini di scrittore e di

polemista, che

\;ià ebbero modo di rivelarsi quale compila­

tore di un foglio di battaglia

«

Il Manipolo •; emanazione

di un gruppo d'artisti che si formò per smuovere le acque

stagne dell'ambiente artistico torinese e che li portò alla

conquista dell'amministrazione della Promotrice, alla quale

seppero poi dare novello sviluppo e rigogliosa vita.

Per l'avvicendarsi dei tempi, per l'accavallarsi di epi­

sodi d ocili sorta, per cui una confusione di uomini, di idee

e di cose, in una fantasmagoria di avvenimenti e di atteg­

giamenti, pei quali più nessuno crede e capisce qualcosa,

tanto meno nelle manifestazioni artistiche moderne, alle

nuove generazioni il

nome

di

Luigi

Ottetti non è confi­

denziale come per lunghi anni, lo fu in passato all'intera

cittadinanza torinese quando dal lontano

1898

nei primi

anni di

vita

artistica l'opera sua si affermò potentemente.

Infatti nel

1898,

in occasione della prima Quadrien­

nale. Litici ( inetti vinse il gran premio della Stampa con

il quadro

*

Il Pazzo»; il pubblico chiamato a referendum

dalla Quadriennale del

1902

lo proclama lincitoro per il

trittico

«

L'Amore

». «

Il Lavoro

»,

e

«

Il Dolore

»;

il frati

quadro <• Il Lavoro

con gli altri due quadri pure di vaste

proporzioni

*

La Fatica » e • La Bufera

*

adorneranno il

frati salone nel palazzo dell'Associazione Generale degli

Operai di corso Caldeo Ferraris, che nell'ottobre del

1922

dalla malvagità fascista saranno distrutti per l'incendio ap­

piccato alla Camera del Lavoro.

S e i

1906

a Milano col • Leopardi

».

richiama l'atten­

zione del pubblico e dilla critica, opera, che giunto ad una

più perfetta maturità di pensiero e di arte, rifarà comple­

tamente.

Alla Mostra del Ritratto di Monza riporta la massima

onorificenza

con

lo splendido classico ritratto della moglie.

Dalla prodigiosa attività dell artista altri ritratti, pae-

saqgi, quadri simbolici si susseguiranno e si spargeranno

in Musei, in case private ove il gusto sano, diremo il buon

fusto, dell'arte si manifesta e prevale su ogni imposizione

di

1

accendini.

Luif i Ottetti, sul cui spirito agile e sull'organismo virile,

non pesano i lunghi anni della sua vita di lavoro, mai ab­

bandona lo studio di

via

( httiea. e assiduo,

costante nella

sua fatica, nobile fatica, da cui trae alimento spirituale per

nuovi

progetti e idee d'arte, per sempre più vivide speranze

e propositi di lotte per l'affermazione di una più alta

umanità.

ORESTE BERTERO

!

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