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topologiche e storiche non centrali della città – parti che sono considerate come neglette
–, al fine di cancellarne gli stratificati e diversi caratteri che sono propri dei luoghi di lavoro
e di residenza delle classi meno abbienti. Torino non dev’essere nota solo per i suoi spe-
cifici caratteri urbani e architettonici: l’assetto regolare dell’impianto viario – fondato sul
principio dell’addizione integrata – e gli alti livelli qualitativi della produzione edilizia, dal
Seicento al primo Novecento; merita anche interesse per esser stata una delle più impor-
tanti città industriali europee, con significativi edifici per l’industria – trasformati spesso
in modo improprio o demoliti – che hanno prodotto i nuclei della prima periferia vicina.
Torino, quale città storica europea, consta fondamentalmente di due parti: la città che
si può definire di “serie A”, di tipo storico, aulico e centrale; la città che si può definire di
“serie B”, di tipo storico, ma non centrale. Tale città storica non centrale – già citata come
prima periferia vicina – ha una sua autonoma importanza e un suo peculiare interesse, e
va documentata, studiata, protetta. Molto è stato distrutto, ma alcuni nodi urbani, intesi
come fuochi di centralità, esistono ancora: bisogna enuclearli, capirli, rilevarli, tutelarli.
Solo un’indagine storica accurata può capire le matrici culturali dei luoghi borghigiani; e
solo un rilievo scientifico, selettivo e critico, può restituire (cioè, ristabilire, attraverso il
lavoro critico o la congettura, i caratteri tipologici e formali) gli elementi urbani ed edilizi
che sono relativi a quei luoghi.
Per selezionare e individuare alcuni elementi, intesi quali settori che caratterizzano i
borghi e le borgate, si propone un elenco di questioni, in forma di
dossier
.
La selezione e l’individuazione sono relative a quei pezzi di città e a quegli edifici che si
affrontano nel rapporto tra tipologia edilizia e morfologia urbana: cioè, secondo lo studio
delle forme esterne e delle strutture interne di alcuni nuclei edilizi dotati di una certa au-
tonomia rispetto al contesto urbano circostante; e, ancora, secondo la scelta del legame
di un tipo di edificio significativo con il luogo in cui è collocato.
La selezione e l’individuazione sono anche relative a quei pezzi di città e a quegli edifici
che possono essere soggetti a demolizione o manomisione.
Le selezione e l’individuazione possono ancora essere relative ai temi seguenti: pezzi di
città, assi viari – individuati come infrastrutture stradali o come cortine edilizie laterali –,
nuclei residenziali (quali settori caratterizzanti da tutelare); elementi primari, cioè edifici
significativi di uso pubblico, anche non monumentali; edilizia industriale, dismessa o non;
microtipologie residenziali, cioè piccole case, palazzine, villini; edilizia residenziale di tipo
unificato, cioè blocchi di case popolari.
Un tentativo di definizione di “borgo” e “borgata”
Questo paragrafo è tratto dal citato mio testo
4
, che riporto, non ritenendo opportuno
parafrasarlo.
Un’indagine storica può chiarire i termini e i concetti di borgo e di borgata, per illustra-
re alcune peculiarità locali, relative al caso di Torino. Il discrimine tra i borghi e le borgate
può essere colto in una sorta di coesione iniziale, che qui s’intende in senso lato, sia per le
classi sociali che storicamente vi risiedono e operano, sia per i fenomeni fisici di aggrega-
zione urbana ed edilizia che denotano i luoghi dei borghi e delle borgate: coesione iniziale
– cioè, d’impianto – che pare forte, e in forma fisicamente delimitata, nei borghi o debole,
e – all’inizio – in forma di piccoli nuclei, nelle borgate. Per esempio, quella coesione risulta
ancora tale anche quando al primitivo insieme fisico e funzionale del borgo, organizzato in
un quadro storico medievale o moderno, si accosta, fra Otto e Novecento, un tipo di am-
pliamento diverso, in quanto filtrato da strumenti urbanistici e con obbiettivi sociali tesi a
produrre un’area della residenza per la classe borghese.
Quindi, due brevi definizioni di borgo e di borgata potrebbero essere le seguenti. Il
borgo è un quartiere o un sobborgo cittadino che si trova, o si trovava originariamente,
in periferia, oppure fuori dalla cortina delle mura o dalla cerchia della fortificazione; esso
tende a conservare la sua topologia, a prescindere dagli ampliamenti. La borgata è un rag-
gruppamento di case, localizzato in una zona cittadina ancora da urbanizzare, specialmen-
te lungo una strada d’accesso alla città e attorno a una barriera della cinta daziaria; essa
4
Lupo, 2011, pp. 36-38.