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pertanto, si collocavano nei pressi delle barriere dell’infrastruttura daziaria che per il caso
di Campidoglio era identificata con la Barriera del Martinetto. Si trattava di un nucleo
edilizio localizzato in una porzione cittadina ancora da urbanizzare e che prenderà vita
lungo la preesistente strada di San Rocchetto (oggi via San Rocchetto), in seguito diret-
trice del reticolo viario a scacchiera, dove l’iniziativa privata anticiperà l’intervento piani-
ficatorio successivo ad opera dell’amministrazione pubblica con il Piano Regolatore e di
Ampliamento del 1906-1908. A proposito della denominazione “borgata Campidoglio”,
si vuole sottolineare come essa compaia per la prima volta nella pratica 3347 del 1902.
Precedentemente l’area veniva denominata “Regione Braida” o “San Rocchetto”.
Uno strumento indispensabile per poter iniziare lo studio è risultata l’analisi del Catasto
Gatti
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(1820-1920), in quanto riporta con esattezza l’immagine planimetrica del territorio,
trasformandosi quindi in uno strumento di conoscenza generale. Il catasto permette infat-
ti di ricavare nel dettaglio le ripartizioni delle proprietà pubbliche e private, caratterizzate
da un’edilizia minuta di origine rurale, i limiti dei singoli lotti, l’andamento della rete viaria
e dei corsi d’acqua naturali ed artificiali.
Con l’analisi degli atti notarili esibiti nelle mutazioni di proprietà si hanno quindi in det-
taglio le informazioni citate precedentemente, ossia si desumono i nominativi dei proprie-
tari, l’importo economico delle compravendite, la consistenza terriera ed edilizia, e alcune
altre informazioni di carattere generale come ad esempio le coerenze.
Per il caso di borgata Campidoglio, si è proceduto indagando sul piano di paleo-lottizza-
zione di iniziativa privata di considerevoli porzioni di territorio rurale, organizzato a partire
dal 1880 dal frazionamento del territorio di proprietà (dal 1871) del cavalier Giuseppe
Chiesa e venduto nel 1880 ai banchieri Momigliano e Segre.
Per iniziare la ricerca si sono anzitutto analizzati tre elementi imprescindibili: le Sezioni
territoriali, il Colonnario territoriale, le Mutazioni di proprietà e le eventuali planimetrie
allegate agli atti notarili delle mutazioni; dall’analisi di questi elementi è stato possibile
ricostruire le trasformazioni urbane avvenute.
La nascita e lo sviluppo della borgata Campidoglio è identificabile nel numero di mappa
(desunto dai disegni) S. 60 delle Sezioni territoriali contenute nel repertorio dei numeri di
mappa territoriale che è composto da un volume suddiviso in Sezioni (da 1 a 71); in ogni
Sezione sono riportati il numero di mappa e gli articoli del Colonnario (dalla Sez. 1, n. map-
pa 1, Art. 12.6 alla Sez. 71 n. mappa 180, Art. 2512); inoltre a corollario del colonnario per
alcuni casi è indispensabile consultare il colonnario continuativo.
Dai numeri di mappa è possibile l’identificazione tramite il registro mutazioni dei relati-
vi proprietari, ossia la consultazione degli atti notarili, in cui, in alcuni casi, erano presenti
le planimetrie specifiche che permettono di conoscere in dettaglio la composizione e gli
accorpamenti dei singoli lotti.
Per Campidoglio dal 1881 in poi ha inizio la lottizzazione dei numeri di mappa 15 e 24.
Per una completa analisi oltre ai numeri 15 e 24 della Sezione 60, è stato necessario
esaminare i numeri 16, 17, 18, 19, 20, 23, 25, 26, 27, 28 facenti parte di una porzione com-
presa nella borgata Campidoglio ma denominata
Regione Martinetto
, individuabile sul
prolungamento fuori cinta daziaria di via Cibrario. Numeri di mappa importanti in quan-
to interessati dalla trasformazione urbana avvenuta successivamente all’introduzione del
Piano Regolatore di inizio Novecento.
La consultazione di queste pratiche è identificabile nel Colonnario territoriale, articoli
continuativi 2213, 2216, 2217, 2222. Nello specifico i numeri di mappa 16 e 23 fanno
riferimento all’Art. 2213; i numeri di mappa 19, 20, all’Art. 2216; i numeri 25, 26, 27, 28,
all’Art. 2217; i numeri 17, 18, all’Art. 2222.
La ricostruzione della lottizzazione della porzione di territorio dell’attuale borgata
Campidoglio si è basata pertanto sulle seguenti mutazioni di proprietà: 1881, volume I,
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Il Catasto della Città di Torino, denominato anche Catasto Gatti dal cognome dei suoi redattori i fratelli
geometri Alberto e Andrea Gatti (conservato presso l’Archivio Storico della Città di Torino), nasce come ec-
cezione, per il caso del Comune di Torino, della nuova campagna di accatastamento del territorio degli Stati
Sardi (che non venne attuata). Ciò, in quanto la città era in possesso unicamente di un catasto per masse di
coltura (Catasto Napoleonico o Francese redatto fra il 1805-1806 dall’ingegner Sappa) e necessitava di un
nuovo strumento per stabilire la giusta perequazione fiscale di ogni proprietario. Il Catasto Gatti risulta, oggi,
uno strumento fondamentale per testimoniare la reale conformazione urbana torinese rilevabile nella prima
metà dell’Ottocento.